Grattacieli fantasma: dopo la Procura indaga anche la Corte dei Conti

Grattacieli fantasma, indaga anche la Corte dei Conti: sarebbero oltre 100 i milioni non incassati dal Comune per i mancati oneri urbanistici.

Grattacieli fantasma: dopo la Procura indaga anche la Corte dei Conti

Le inchieste riguardanti presunti abusi urbanistici per i “grattacieli fantasma”, che vedono indagati costruttori e dirigenti del Comune di Milano, avviate dalla Procura della Repubblica, sono finite anche sotto la lente della magistratura contabile. La Corte dei Conti ha infatti aperto un’istruttoria per appurare se c’è stato un danno erariale, visto che sono interventi effettuati o avviati senza permesso di costruzione, ma fatti passare come semplici ristrutturazioni dell’esistente, utilizzando quindi una semplice Scia. Una scelta che avrebbe fatto anche risparmiare decine di milioni ai costruttori.

Grattacieli fantasma, la denuncia sui 100 milioni di mancati incassi per il Comune

Inoltre, per i magistrati, Palazzo Marino, come altri Comuni, non ha aggiornato gli oneri di urbanizzazione (Milano, ad esempio, ha gli oneri di urbanizzazione “fermi al 2013-2014”), mentre la legge regionale prevede che vengano aggiornati con cadenza triennale, comportando così un potenziale danno erariale per la pubblica amministrazione. Secondo un esposto presentato a dicembre scorso alla Corte sottoscritto tra gli altri da Gabriele Mariani (Milano in Comune) e dalla ex consigliera comunale M5s, Patrizia Bedori, a causa dei mancati aggiornamenti, Milano non avrebbe incassato oltre 100 milioni di euro.

A renderlo noto ieri il procuratore regionale della Corte dei Conti della Lombardia Paolo Evangelista all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024. Evangelista ha spiegato che “la Procura della Corte dei Conti è obbligata ad aprire un fascicolo ogni qual volta vi è una denuncia in cui viene ipotizzata una fattispecie di danno attuale concreta” e anche in presenza di articoli di stampa.

“Nel momento in cui dagli articoli di stampa è stato rappresentata questa ipotesi di danno di mancata entrata, perché è stata applicata la normativa in tema di ristrutturazione edilizia e non quella che prevede invece un permesso di costruire, e in questo caso gli oneri a carico del privato sono di fatto inferiori”, ha aggiunto Evangelista, “in questa ipotesi di fattispecie di danno erariale da mancata entrata in materia urbanistica la Procura ha l’obbligo di aprire un’istruttoria” che “è stata aperta”, anche se “rimane il segreto dell’attività investigativa”.

Sei le inchieste aperte

Sono sei le inchieste per abusi edilizi o abusi d’ufficio che in poco più di un anno la Procura di Milano e la Guardia di Finanza hanno aperto sul settore immobiliare milanese e l’urbanistica. L’ultima in ordine di tempo ha riguardato il progetto immobiliare Bosconavigli, ideato dall’archistar Stefano Boeri (8 mila metri quadrati di superficie da riqualificare nella zona di San Cristoforo, con un investimento complessivo di circa di 60 milioni per una novantina di appartamenti su 14 piani che costeranno a partire dai 6.400 euro al mq).

Le precedenti inchieste del pm Paolo Filippini e dell’aggiunta Tiziana Siciliano avevano riguardato il palazzo Bluestone di piazza Aspromonte, la Torre Milano di via Stresa, i grattacieli Bluestone di via Crescenzago 105, l’abbattimento delle villette liberty di via Crema e la demolizione degli immobili di via Lamarmora 8, 10 e 12 a Porta Romana, ex Casa di Cura Città di Milano.