Le Lettere

Grazie, Cetto La Qualunque

Vedo tanta approssimazione nel governo. Non è solo che certi ministri non siano laureati o abbiano lauree di cartapesta. È tutto l’insieme che è avvilente.
Anna Baroni
via email

Gentile lettrice, mi fa venire in mente Cetto La Qualunque. Cito a memoria: “L’opposizione mi attacca perché voglio nominare Gennarino primario del reparto di chirurgia cardiaca. Dicono: fa il pescatore, non ha la laurea! Ma insomma, me lo dite a che minchia serve la laurea?”. Quando scrissi tempo fa che questo governo si ispira a Cetto La Qualunque, non facevo ironia: purtroppo fotografavo la realtà. Provi e elencare le idee del centrodestra e le pronunci con accento calabrese: sembrano trasferite dalla parodia di Albanese al mondo reale: mille euro a tutti con un clic, blocco navale dell’Africa, via le accise sulla benzina, via le commissioni sui Pos, Europa è finita la pacchia, l’Abruzzo domina su tre mari, il liceo del Made in Italy, i migranti tutti in Albania, le tasse sono un pizzo di Stato, la caccia agli evasori è un delitto. Potremmo aggiungere molto altro, tipo il Piano Mattei: i Capi di Stato africani, convocati a Roma, scoprirono che la portentosa idea con cui Meloni pensava di farli fessi era un finanziamento di 5 miliardi all’Africa in 5 anni, ossia un miliardo l’anno. Poiché gli africani sono 1,4 miliardi, tolti i bambini veniva giusto un caffè l’anno a testa. Ripartirono da Roma tra le imprecazioni che può immaginare. Però i giornali ci raccontano che la Meloni “è una fuoriclasse, ad avercene!”. L’aspetto più sconfortante è che questo carro carnevalesco infarcito di ignoranza e strafottenza abbia vinto le elezioni.

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