Green Pass da rivedere, la durata va legata al booster. La proposta di Rasi: senza richiamo, stop dopo 5 mesi dalla seconda dose

La proposta di Guido Rasi: senza richiamo, serve implementare uno stop del Green Pass dopo 5 mesi dalla seconda dose

Green Pass da rivedere, la durata va legata al booster. La proposta di Rasi: senza richiamo, stop dopo 5 mesi dalla seconda dose

Di pari passo con il procedere della pandemia e l’espansione del virus vanno anche altri temi caldi. Si tratta della questione relativa alla durata del green pass e dell’altra, non meno, cruciale delle vaccinazioni.

STRETTA IN VISTA
“Dopo cinque mesi il Green pass perde ogni giorno un po’ di validità rispetto alla circolazione del virus. Se fossimo in una situazione di bassa circolazione non sarebbe un problema, ma in un momento di alta circolazione come questo bisogna anche pensare di ridurre la durata del pass”. Così a Sky TG24, Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e consulente del commissario straordinario all’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sottolineando l’importanza della dose booster a cinque mesi. Serve, inoltre ha detto Rasi “una riflessione che si imporrà entro 10-15 giorni quando si saprà di più sulla Omicron”. Già la variante “Delta sta colpendo in questo momento la fascia di popolazione dei bambini – ha sottolineati Rasi – e ci aspettiamo che sia così anche con la Omicron, che è estremamente più efficiente nell’infettare. Il vaccino è la protezione, è fondamentale. I numeri che ci stanno dando i pediatri sono importanti, il grande numero degli infetti è in quella fascia d’età. Oltretutto è un vaccino con una dose molto bassa, tarata per loro”. E ha aggiunto: “Arriveranno presto anche in Italia le pillole anti-Covid. Probabilmente da gennaio. L’Ema ha dato il via libera, il farmaco della Pfizer sembra molto utile rispetto al monlupiravir”.

VARIANTE OMICRON
Sulla questione delle vaccinazioni ha detto la sua Anthony Fauci, consigliere medico della Casa Bianca, osservando che al momento “non sembra sia necessario un booster specifico” contro la variante Omicron del Coronavirus, vista l’efficacia delle dosi dei vaccini mRna. Tuttavia vista l’elevata trasmissibilità, la variante diventerà “con tutta probabilità dominante” negli Stati Uniti. è comunque fondamentale, ha ribadito, che tutti effettuino la terza dose di vaccino. “Nel giro di 4/6 settimane la variante Omicron in Italia avrà un peso importante, purtroppo è in grado di infettare anche chi ha fatto la seconda dose. Con la dose booster però c’è una protezione intorno al 70-80 per cento”. Lo ha detto a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova. “Con la variante Omicron e le misure in campo ora, vale a dire terza dose e regioni gialle, non mi stupirei se a metà gennaio arrivassimo a 40mila casi al giorno”. In effetti secondo i ricercatori dell‘Imperial College di Londra la nuova mutazione, rilevata per la prima volta in Sudafrica, avrebbe una capacità di reinfezione 5,4 volte maggiore di quella della variante Delta.

REINFEZIONI
Ciò implica che la protezione contro la reinfezione dalla nuova variante offerta da un’infezione passata può arrivare solo fino al 19 per cento e con due dosi di vaccino la percentuale varia da 0 al 20 per cento. Per valutare questa capacità di reinfezioni e di eludere due dosi di vaccino gli scienziati hanno utilizzano i dati dell’Agenzia per la salute (Ukhsa) e l’Istituto di sanità (Nhs) per tutti i casi di confermati dal test molecolare tra il 29 novembre e l’11 dicembre 2021. Quasi 220mila persone.