Grillo è tornato: Elezioni subito, Napolitano si dimetta. Dal suo blog il leader del Movimento 5 Stelle provoca Pd e Pdl

di Lapo Mazzei

Ma sì, diciamoci  la verità, ne sentivamo la mancanza. Perché vanno pure bene i deputati del Movimento cinque Stelle che se la prendono con la presidente della Camera, Laura Boldrini, per l’inutile seduta di metà agosto, costata al contribuente quasi 200mila euro. Ma  vuoi mettere l’effetto che fa la voce del padrone? Tutta un’altra musica. “Alle elezioni subito, con buona pace di Napolitano che dovrebbe dimettersi quanto prima”, dice Beppe Grillo che è tornato ad attaccare tutto e tutti, Poi avanti con l’analisi della situazione, discutibile sul piano matematico, ma esposta in modo assai convincente sul piano pratico.
“Sanno che con il Porcellum il rischio che il M5S vinca le elezioni e vada al governo è altissimo”, afferma il comico ligure, “se succedesse, il presidente del Consiglio del M5S, che dovrà essere una persona interna al Movimento, ricoprirebbe anche il ruolo di presidenza UE nel 2014. Uno scenario da evitare con ogni mezzo”. Secondo Grillo “la condanna, forse imprevista, di Berlusconi ha fatto saltare il banco e c’è la possibilità di nuove elezioni, di voltare pagina dopo vent’anni di buio e di decadenza del Paese. Loro lo sanno e, improvvisamente, dopo quasi otto anni di letargo sul Porcellum hanno fretta, molta fretta di cambiarlo. Si sono accorti di non avere più tempo”, dice il leader dei 5 Stelle, “e la riforma della Costituzione può adesso attendere”. Dunque il guru dei pentastellati non solo torna ad invocare le urne come unica via di salvezza, ma pone anche l’accento sul sistema elettorale. Che resta uno snodo cruciale dell’intero dibattito. “Il M5S vuole cambiare la legge elettorale”, ribadisce Grillo, “ma per attuare la democrazia diretta vuole inserire il voto di preferenza, il vincolo di mandato, l’abolizione del voto segreto, la possibilità di sfiduciare l’eletto da parte del collegio elettorale (come avviene in parte negli Stati Uniti), l’obbligo dell’attuazione del programma elettorale, l’esclusione automatica di ogni politico condannato in via definitiva, la ratifica attraverso un referendum della nuova legge elettorale e l’inserimento di questa nella Costituzione in modo che non possa essere modificata a piacimento dai partiti per perpetuare il loro potere. Queste condizioni”,  spiega Grillo, “alla quale vanno aggiunti l’immediata abolizione dei finanziamenti elettorali, l’introduzione del referendum confermativo e l’obbligo di discutere le leggi di iniziativa popolare, sono inaccettabili per Pdl e Pdmenoelle”. Dunque non si tratta di pali o paletti di ma di veri  e  propri ostacoli. Difficili per tutti. “L’Italia non ha più tempo”, sostiene Grillo, in uno slancio finale di  demagogia, “ per dei giochetti, per le cazzate, per le quattro o cinque cose da fare insieme che non si faranno mai”. Il problema è che per fare le cose elencate da Grillo serve tempo. E una maggioranza disposta a votarle. Perché se è chiaro che “i M5S vuole fare saltare il banco”, non è altrettanto chiaro cosa accadrà dopo.