Grillo il protezionista. Ecco i modelli da imitare per il leader dei Cinque Stelle: “La politica internazionale ha bisogno di uomini forti come Trump e Putin”

Grillo il protezionista. Ecco i modelli da imitare per il leader dei 5Stelle: "La politica internazionale ha bisogno di uomini forti come Trump e Putin"

Beppe Grillo conferma la sua fiducia in Donald Trump “sono abbastanza ottimista”.  E poi lo promuove per le politiche che intende adottare alla pari di Vladimir Putin: “La politica internazionale ha bisogno di uomini forti come Trump e Putin, il presidente russo è quello che dice le cose più sensate in politica estera”.  Le affermazioni odierne di Grillo sono arrivate in un’intervista al settimanale francese Le Journal du Dimanche. Il leader del Movimento 5 Stelle si è detto sommariamente d’accordo con le politiche protezioniste che il nuovo presidente americano ha affermato di voler mettere in pratica: “Trump ha detto che le grandi aziende resteranno negli Usa e rilancia le pmi. Sono d’accordo con tutto questo. Ho letto uno dei suoi libri, in cui dice cose abbastanza sensate, sulla necessità, per esempio, di riportare l’attività economica all’interno degli Stati Uniti. Sembra moderato e i media hanno deformato il suo punto di vista e si è soltanto adattato a quello che si diceva di lui. La percezione che ne abbiamo è perciò deformata”.

Secca bocciatura per l’Unione europea.  “Il suo bilancio è un fallimento totale. È un apparato enorme, con due Parlamenti, a Bruxelles e a Strasburgo, per accontentare i francesi… Sono a favore di un’Europa diversa”, ha spiegato Grillo, “in cui ciascuno Stato possa adottare il proprio sistema fiscale e monetario”.

Il Movimento – Grillo ha riservato un passaggio anche con l’amministrazione di Roma dove il Movimento si gioca buona fetta di credibilità per il futuro. “Con la nomina di Raffaele Marra, la sindaca di Roma Raggi si è sbagliata e l’ha ammesso”, ha detto Grillo. “A discolpa di Virginia bisogna dire che la macchina corruttrice di Roma funziona in maniera, diciamo ‘democratica’: dal livello più basso al più alto. Marra era un funzionario come altri. Virginia Raggi gli ha dato fiducia. Quando si è resa conto dell’errore ha chiesto scusa. Adesso passiamo ad altro”.