Grillo mette nel mirino i giudici della Consulta: è un organo politico, non di garanzia. Una giuria popolare farebbe meglio

di Alessandro Ciancio

Martella incessante dal suo blog, procedendo con ordine logico nella scelta degli obiettivi da colpire. Beppe Grillo non si ferma un solo giorno nei suoi attacchi, costretto forse a fare notizia nel tentativo di ‘coprire’ la frattura – nei rapporti personali ma anche politici – che sta allargandosi all’interno dei suoi senatori (la discussione in diretta streaming sulla scelta del prossimo capogruppo ci ha regalato l’altro giorno nuovi momenti di tensione e di sofferta autocoscienza).
Ieri il leader del Movimento 5 Stelle ha innanzitutto voluto censurare la reazione di Laura Boldrini alla sua sortita polemica dell’altro giorno, quando l’aveva definita «un oggetto di arredamento del potere». La presidente della Camera aveva infatti chiamato subito in sua difesa la solidarietà di tutte le donne, in Parlamento e non. «C’è uno sport diffuso tra questi politici d’accatto» ha spiegato. «Quando ne tiri in ballo uno, quello si intesta un’intera categoria. Come se fosse roba sua. La Boldrini ogni volta che le viene mossa una critica, invece di discuterla e magari di accettarla, se è vera, si rifugia dietro l’intero popolo femminile ‘Chi offende me offende tutte le donne’. Si sente Giovanna D’Arco, ma è soltanto una nominata da Vendola in una posizione per cui è inadeguata. Le critiche sono rivolte a lei, non alle donne italiane. Si vergogni di usarle come scudo per la sua inconsistenza».

Sistemata a suo modo la terza carica dello Stato, Grillo ha poi messo nel mirino la Corte costituzionale: «Non è un organo di garanzia, è un organo politico. I cittadini devono sapere. La Corte è formata da 15 persone in prevalenza nate negli anni ‘30. Cinque elette dal Parlamento, in sostanza dai partiti – scrive sul suo blog – cinque elette dal presidente della Repubblica di turno, quindi da una diretta emanazione dei partiti, e cinque dalla magistratura. Si può dire quindi che la Corte è un organo politico e non di garanzia». Una critica più che condivisibile. Grillo ha poi proseguito: «I giudici della Corte (a parte il nuovo nominato Amato, il tesoriere di Bottino Craxi) chi sono? Ne avete mai sentito parlare? Percepiscono 427.416,99 euro all’anno, più di 35.000 al mese. Per fare cosa? La Costituzione è scritta in modo chiaro, un documento comprensibile a tutti i cittadini, un ragazzo delle medie inferiori la saprebbe interpretare senza alcun problema. Ha solo 139 articoli. Una giuria popolare sarebbe più efficiente».