Guadagni delle banche. Adesso è troppo pure per Bankitalia

Mutui e prestiti sono un salasso. E chi li ha si indebita sempre di più.

Guadagni delle banche. Adesso è troppo pure per Bankitalia

Nel giorno in cui l’Eurotower ha deciso di alzare ancora i tassi di interesse, la sua presidente Christine Lagarde ha spiegato che la Bce è consapevole dei problemi che sta avendo chi ha contratto dei mutui e del fatto che “le famiglie stanno soffrendo a causa dei rialzi dei tassi e dei rimborsi” che di conseguenza diventano più onerosi ma “purtroppo non è qualcosa che possiamo alleviare perché il nostro compito è la stabilità dei prezzi e per ridurre l’inflazione c’è lo strumento dei tassi che dobbiamo usare”. Detto fatto.

Mutui e prestiti sono un salasso. E chi li ha si indebita sempre di più

Ieri la Bnaca d’Italia ci ha informato che salgono ancora i tassi sui mutui casa: secondo i dati diffusi da via Nazionale, in marzo i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 4,36% contro il 4,12% di febbraio. Il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo è salito invece al 10,12% (9,88 nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 4,3% (3,55 nel mese precedente). Sempre in marzo i prestiti al settore privato sono cresciuti dello 0,3% sui dodici mesi (1,1 a febbraio). I prestiti alle famiglie sono aumentati dell’1,9% (in rallentamento rispetto al +2,5% del mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti dell’1,0% (-0,5 nel mese precedente). E, infine, i depositi del settore privato sono diminuiti del 3,2% sui dodici mesi (-2,3 in febbraio).

Il rialzo dei tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di abitazioni è una “pessima notizia” che si tradurrà in una “stangata” da 166 euro al mese in più rispetto a un anno prima, ha dichiarato l’Unione nazionale consumatori. Secondo il presidente dell’associazione Massimiliano Dona, infatti, “considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, aumenta, rispetto a un anno fa, da 596 a 762 euro. Una mazzata annua pari a 1992 euro”. E per il Codacons rischia di superare anche i 3.000 euro.

Per i consumatori la stangata sulle rate per l’acquisto delle case andrà dai 2 ai 3mila euro in più all’anno

Il Codacons in particolare mette in guardia avvertendo che “il peggio deve ancora venire”, considerato che il monitoraggio di Bankitalia non registra ancora gli effetti della decisione assunta lo scorso 4 maggio dalla Bce, che ha fatto salire i tassi d’interesse di ulteriori 25 punti base. L’associazione sottolinea infatti che considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni (ossia, afferma, l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa), la rata mensile è destinata a salire tra i 15 e i 25 euro.

“Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca centrale europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 225 e i 295 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.700 e + 3.540 euro all’anno”, conclude il Codacons. Il M5S non ha dubbi: “L’aumento dei tassi da parte della Bce sta scaricando un peso enorme sulle spalle di lavoratori, cittadini e imprese, in termini di aumento delle rate, e allo stesso tempo sta contribuendo a generare un boom di utili da parte delle banche”.

Boom certificato da un report dell’ufficio studi della Fisac Cgil nazionale secondo cui i primi 7 istituti di credito italiani hanno messo a segno nel 2022 più di 13 miliardi di utili, in aumento di oltre il 60% rispetto all’anno precedente. Banchieri con stipendi alle stelle, pari in media a 86 volte la retribuzione di un addetto del settore. Azionisti lautamente remunerati per oltre 10,5 miliardi, in ragione dell’impennata della redditività registrata nel passato biennio. Al punto che anche l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha dichiarato che se il governo decidesse di generare una nuova forma di tassazione, Intesa Sanpaolo rispetterà tale decisione.

Il M5S per primo ha proposto questa soluzione, formalizzandola in una proposta di legge alla Camera che introduce un contributo sugli extraprofitti bancari per alimentare un Fondo a sostegno di chi non riesce a far fronte alle rate dei prestiti, come hanno ricordato in una nota i componenti M5S delle Commissioni finanze di Camera e Senato. “Stessa proposta è stata formalizzata in emendamenti al Dl bollette e nella nostra proposta di delega fiscale, dove abbiamo immaginato un meccanismo strutturale di tassazione degli extraprofitti, anche di settori come l’assicurativo, il farmaceutico, la difesa, generati da fasi straordinarie e di emergenza”. Ma non ci pare affatto che il governo voglia seguire questa strada, meglio affamare le famiglie.