Gualtieri conferma lo scostamento. Otto miliardi per il Ristori quater. Giovedì il voto al Senato sulla relazione del Governo. Obiettivo: nuovi aiuti e rinvio delle scadenze fiscali

Nella relazione sullo scostamento di bilancio trasmessa alle Camere, che verrà votata giovedì in Senato, il Governo chiede al Parlamento uno scostamento di otto miliardi in termini di indebitamento netto. “Eventuali ulteriori necessità per il primo trimestre 2021 verranno valutate a gennaio alla luce dell’evoluzione della pandemia – spiega il premier Giuseppe Conte nel documento – Il livello massimo del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato potrà aumentare per l’esercizio corrente fino a 341 miliardi di euro in termini di competenza e a 389 miliardi di euro in termini di cassa”.

Attraverso queste nuove risorse, il governo “intende adottare misure che, in continuità con quelle precedenti, consentiranno di estendere gli interventi previsti a favore degli operatori economici, per il sostegno dei settori produttivi e per il sostegno dei cittadini, anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale”. E, mentre ieri sera si è svolta un’altra riunione di governo su manovra, decreti ristori e nuovo scostamento per fare un punto sulle misure adottate e da adottare, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione sulla legge di Bilancio, nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha precisato che “con l’ulteriore scostamento di 8 miliardi di euro si andranno a rafforzare le misure di sostegno economico a partire dal rinvio delle scadenze fiscali per i settori più colpiti attraverso il decreto Ristori quater.

Stiamo pensando di estendere questa misura non solo ai settori oggetto delle misure restrittive ma a tutti i settori economici che avranno avuto perdite”. Intanto, ieri, ad essere audite nelle stesse commissioni sono state anche le associazioni di categoria che imprese e le partite Iva le rappresentano, da Confcommercio a Confesercenti, da Confindustria a Confimi Una giornata che li ha visti uniti dall’obiettivo di chiedere al governo correttivi ai provvedimenti fin qui adottati.

Confindustria ha evidenziato che “La manovra ha un impianto espansivo e cerca di tenere insieme contenimento dell’emergenza e gli investimenti. Tuttavia, salvo alcune misure positive, gli interventi di lungo periodo su crescita e competitività appaiono deboli e le principali scelte sono rinviate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Manca inoltre una prospettiva di intervento organico sul tema fiscale, che necessariamente deve passare attraverso un’ampia riforma del sistema impositivo e una decisa semplificazione degli oneri gravanti sul sistema produttivo”.

Da Parte sua Confcommercio, oltre a chiedere il rinvio della lotteria degli scontrini si è espressa in merito all’istituzione del Fondo Ristori. “La dotazione di 3,8 miliardi di euro per il prossimo anno andrà certamente e fortemente rafforzata sulla scorta dell’annunciato prossimo scostamento di bilancio nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Inoltre i ristori dovrebbero essere resi più inclusivi rispetto ai principi di ‘zonizzazione’ territoriale e di individuazione dei beneficiari per codice Ateco, tenendo conto di quanto l’emergenza economica e sociale si sia fatta, anche in termini di cadute dei fatturati, pervasiva e trasversale”.

Per la Cna – Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, il segretario generale Sergio Silvestrini ha evidenziato che “i 38 miliardi della manovra che si disperdono in tanti nuovi fondi di scarso effetto moltiplicatore sulla crescita” per poi rinnovare la richiesta di modificare i meccanismi ed i criteri di erogazione, superando i codici Ateco e prendendo a riferimento solo l’andamento del fatturato”.