Gualtieri dichiara guerra ai minimarket. E la grande distribuzione ringrazia

Per il Campidoglio i minimarket sono i responsabili della malamovida. E Gualtieri vuole dimezzarli nel centro.

Gualtieri dichiara guerra ai minimarket. E la grande distribuzione ringrazia

Malamovida, la chiamano ormai a Roma. Seguendo la linea che prova a dettare il Campidoglio, parlando di lotta al decoro. Quella del Comune di Roma è una vera e propria guerra dichiarata: quasi esclusivamente ai minimarket. La causa di tutti i mali, secondo la narrazione capitolina. Così i piccoli alimentari verranno dimezzati, con nuove norme che saranno a regime entro il Giubileo, come spiega al Corriere della Sera l’assessore al Commercio del primo Municipio, Jacopo Scatà.

Per il Campidoglio i minimarket sono i responsabili della malamovida. E Gualtieri vuole dimezzarli nel centro

L’obiettivo è chiudere la metà dei minimarket, soprattutto quelli che restano aperti a tutte le ore, nonostante le ordinanze che prevedrebbero la chiusura alle 22, in particolare nelle zone più centrali come Monti, Trastevere e persino intorno al Vaticano. Attualmente sono circa 1.200 i piccoli alimentari presenti nel centro, in sostanza un terzo dei 3.500 esercizi presenti nelle stesse zone. Bisogna arrivare a quota 600 negozi per una questione di decoro, secondo il Campidoglio.

Ma il sindaco, Roberto Gualtieri, sa bene che questi piccoli negozi di alimentari non possono sparire del tutto perché sono utili per i cittadini. Di certo c’è che la stretta potrà rappresentare un favore alla grande distribuzione e anche a bar e pub. Insomma, a guadagnarci sarebbe il commercio del centro così come i grandi supermercati. Un po’ meno, forse, gli avventori dei minimarket che spesso scelgono questi esercizi per evitare costi proibitivi per una semplice birra.

La guerra del Campidoglio ai minimarket è già iniziata, come dimostrano le varie operazioni della polizia locale in diverse zone cittadine negli ultimi giorni. Neanche una settimana fa i controlli hanno portato alla sanzione per 15 piccoli esercizi in zone come i Parioli, Trastevere, ma anche nei quartieri Prenestino e Tiburtino. Le multe sono state comminate soprattutto per il mancato rispetto degli orari di chiusura, oltre che per la vendita e il consumo di sostanze alcoliche oltre l’orario consentito. Ma i controlli sono andati avanti anche nei giorni successivi, con altre 31 sanzioni nelle stesse aree, ma anche in altre come l’Eur, Marconi, Ponte Milvio e persino Ostia. Le violazioni riscontrate sono sempre le stesse, dagli orari al consumo di alcol, e il rafforzamento dei controlli nasce dalla volontà del Campidoglio di contrastare la tanto odiata malamovida.

Oltre alle ordinanze che prevedono la chiusura alle 22 arriverà una delibera per impedire nuove aperture

Il boom dei minimarket nella Capitale è arrivato soprattutto durante il periodo del Covid, in seguito alla chiusura di tantissimi esercizi commerciali dopo i vari lockdown. Tra il 2020 e il 2021, in pochi mesi, sono spuntati oltre 200 piccoli negozi di alimentari nel centro della Capitale. Il problema principale, per il Campidoglio, è che spesso non rispettano le regole, soprattutto sugli orari, confidando nei pochi controlli del Comune a causa di un organico non sufficiente dei vigili. Ora il Campidoglio vuole introdurre una sorta di numero chiuso, da mettere in atto attraverso una doppia stretta: da una parte ci sarà una delibera sul centro storico e dall’altra ci sono le proroghe continue delle ordinanze anti-alcol di Gualtieri.

Ordinanze che prevedono – per il momento fino al 7 gennaio del 2024 – la chiusura tra le 22 e le 5 dei minimarket, con il divieto di vendere alcolici la sera. Ci sarà poi la delibera che dovrebbe vietare nuove aperture e introdurre requisiti molto stringenti per i trasferimenti, per evitare le continue chiusure e riaperture (magari 20 metri più avanti) che spesso servono per mettere a posto i problemi fiscali. Il Campidoglio pensa a un blocco dei trasferimenti se non avvengono in locali di almeno 100 metri quadri, molto difficili da trovare nel centro di Roma.