“Gualtieri mente sull’inceneritore. Se fosse Green lo farebbe a Roma”. Parla il primo cittadino M5S di Pomezia, Zuccalà: “Faremo sentire il nostro No al Campidoglio”

Gualtieri sui rifiuti ha stupito tutti scegliendo di realizzare un termovalorizzatore a Santa Palomba, al confine con il Comune di Pomezia.

“Per il momento si tratta di voci di corridoio ma già bastano per ribadire la nostra contrarietà a un progetto che farebbe tornare indietro di dieci anni le politiche ambientali”. A parlare così, smontando il termovalorizzatore di Gualtieri, è il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà.

Sindaco Zuccalà, alla fine Gualtieri sui rifiuti ha stupito tutti scegliendo di realizzare un termovalorizzatore che dovrebbe sorgere a Santa Palomba, ossia al confine con il suo territorio. È contento di questa scelta?
“Ovviamente no. Per il momento si tratta di voci che stanno circolando e per questo aspetto di vedere gli atti ufficiali. Certo è che se dovessimo prendere per buono queste ipotesi, non solo sono contrario all’ubicazione ma trovo sbagliato questo impianto anche sotto il profilo concettuale perché rischia di far passare l’idea che tutto quello che avanza può essere bruciato, con buona pace per la raccolta differenziata”.

C’è stata qualche interlocuzione, anche solo preliminare, tra l’amministrazione Pd di Roma e la sua oppure si tratta di una decisione ‘calata dall’alto’?
“Nessuna interlocuzione preliminare. Con il sindaco metropolitano ci siamo incontrati per discutere della discarica di Roncigliano e in quell’occasione si era preso l’impegno di chiuderla entro la metà di quest’anno. Inoltre non aveva minimamente accennato a un’ipotesi di realizzare un piano rifiuti che comprendesse un inceneritore. Mi creda quando le dico che ha spiazzato davvero tutti. Ad ogni modo abbiamo appreso questa ipotesi dai giornali e dall’Assemblea capitolina dove Gualtieri ha detto che avrebbe fatto questo termovalorizzatore. Quando il sindaco di Roma presenterà il progetto ufficiale, inizierà una serie di step, a partire dalla conferenza dei servizi, per poi continuare con le autorizzazioni necessarie. In quell’occasione i Comuni interessati avranno voce in capitolo e diranno la loro. Ciò non toglie che sull’impianto grava anche un ulteriore problema, ossia che il piano rifiuti regionale non prevede nulla di simile. Mi auguro in un passo indietro del sindaco e che tutta questa storia si riduca a un semplice pour parlé”.

Quali iniziative intende intraprendere per far sentire la propria voce?
“Agiremo in ogni modo possibile. Al momento, assieme alle associazioni e ai comitati, stiamo esprimendo la nostra contrarietà a questa ipotesi ma se dovremo arrivare a manifestare in Campidoglio per far valere le nostre ragioni, non esiteremo a farlo”.

In campagna elettorale e negli incontri con territori e associazioni Gualtieri negava di voler creare un inceneritore ma ora ha cambiato idea. Come si spiega questo dietrofront?
“Di sicuro è lui che dovrà rispondere a se stesso e ai suoi elettori in merito a quanto diceva in campagna elettorale e quanto, invece, sta facendo ora che è stato eletto”.

Per rassicurare tutti, il sindaco di Roma ha spiegato che sarà un impianto ecosostenibile sul modello di quello di Copenaghen. Lei che ne pensa di questa affermazione?
“Non è green, ma se lui è convinto che sia tale, allora lo faccia all’ombra del Colosseo! Che senso ha, se è vero quanto dice, metterlo ai confini più esterni dell’area metropolitana?”.

Intanto Pomezia si è distinta da tempo nella raccolta differenziata arrivando al 70% mentre a Roma è ferma al 40%. Crede che questo impianto avrà ripercussioni sulla fiducia dei cittadini nel differenziare e riciclare i rifiuti?
“Noi, come anche altri Comuni laziali, ci siamo impegnati per aumentare la raccolta porta a porta e da tre anni siamo riusciti anche ad abbassare la Tari. Abbiamo dimostrato con i fatti che si può fare una politica diversa sui rifiuti e non è pensabile tornare indietro. Con l’ipotesi dell’inceneritore rischiamo invece di far passare il messaggio che non serve ridurre la produzione dei rifiuti perché tanto verranno bruciati. Gli stessi cittadini finirebbero per prestare meno attenzione alla raccolta differenziata e le aziende non seguirebbero più politiche green di riduzione a monte dei rifiuti, il tutto a danno del sistema di raccolta porta a porta”.