Gualtieri non perde il vizio. Copia dalla Raggi pure il Piano Rom. Il sindaco di Roma conferma lo sgombero del campo di Castel Romano

Il piano Raggi per il superamento degli insediamenti rom a Roma è ancora l’unica risposta a disposizione del Campidoglio.

Stai a vedere che sui campi rom aveva ragione Virginia Raggi. Già perché il piano per il superamento di questi insediamenti, lanciato quasi due anni fa dall’ex sindaca tra mille proteste e critiche, è ancora l’unica risposta che ha a disposizione il Campidoglio. Insomma anche con l’avvento di Roberto Gualtieri, il quale non ha fatto menzione di come vuole affrontare il problema neanche nei suoi punti programmatici per i prossimi 180 giorni, la ricetta per chiudere i campi rom resta quella dell’ex prima cittadina.

Stai a vedere che sui campi rom nella Capitale aveva ragione l’ex sindaca Raggi

Proprio per questo non cambia neanche la road map degli interventi perché perfino lo sgombero di Castel Romano avverrà, come da programma di M5S, entro il prossimo mese di novembre. A spiegarlo in una nota è il consigliere capitolino pentastellato e vicepresidente della commissione Ambiente, Daniele Diaco, secondo cui “si procederà all’evacuazione delle 128 famiglie che ancora abitano quel campo rom”, come stabilito “dal Campidoglio con la pubblicazione di un bando per reperire enti del terzo settore che accompagnino i 600 ospiti in percorsi di accoglienza e inclusione.

I fondi stanziati per l’operazione ammontano a circa 357mila euro e l’avviso pubblico scadrà domani (oggi per chi legge, ndr)”. Si tratta dell’ultimo step della strategia voluta dall’ex sindaca per ripristinare la legalità nella zona, martoriata dai roghi tossici, che arriva a conclusione di un percorso iniziato sul finire della sua consiliatura quando era stata chiusa una prima sezione dello stesso insediamento. Spiega Diaco, infatti, che “Gualtieri e i suoi si dimenticano di dire che l’area F era stata già sgomberata dall’ex sindaca Raggi e che oggi loro si stanno muovendo utilizzando lo stesso piano di intervento licenziato dalla nostra Amministrazione” nel 2017.

Incredibilmente Gualtieri non avrebbe toccato neanche una virgola del testo approvato dai 5 Stelle tanto che viene confermato con il piano Raggi “anche il patto di responsabilità solidale”, ossia l’accordo firmato fra Roma Capitale e le famiglie, con il primo che si “impegna all’accompagnamento del nucleo nel percorso di fuoriuscita” e la seconda che “si assume la responsabilità di garantire il rispetto di tutti gli impegni del patto” tra cui il garantire la frequenza scolastica dei minori. Insomma, come riassume lo stesso Diaco: “L’opera di scopiazzata continua, e siamo ancora all’inizio!”.

Difficile dargli torto perché, almeno fino a questo momento, gran parte delle iniziative dell’attuale Amministrazione non sono altro che progetti, bandi e opere, già messi in cantiere dalla Raggi. Malgrado ciò, spesso e volentieri Gualtieri e i suoi hanno provato a intestarsi tali lavori. È successo con la messa in strada di 70 bus elettrici nuovi di zecca che, però, erano stati comprati dai pentastellati, come spiegato qualche tempo fa a La Notizia (leggi l’articolo) dalla capogruppo M5S Linda Meleo: “Fanno parte di una più ampia partita da circa 150 vetture che è in consegna”.

Sempre in ambito trasporti è successo ancora, secondo Diaco, “con gli 845 nuovi mezzi Ama arrivati grazie ai 340 milioni stanziati dalla Raggi” e con la gara per le nuove sette linee di tram annunciata dall’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè (leggi l’articolo) ma che risale all’inizio della primavera dell’anno scorso. Stessa storia, spiega ancora Diaco, “per l’assunzione di altri 40 nuovi meccanici Ama” e con “le potature che vanno avanti in tutta Roma grazie ai 60 milioni di euro previsti dall’accordo quadro da noi stipulato per il verde verticale”. Insomma Gualtieri perde il pelo ma non il vizio.