La guerra in Ucraina anziché avviarsi alla sua conclusione, sembra essere in procinto dell’ennesima escalation. Nella notte tra il 6 e il 7 settembre, la Russia ha lanciato la più imponente offensiva missilistica dall’inizio del conflitto, colpendo anche il palazzo governativo di Kiev e provocando massicce interruzioni di corrente nella capitale e nella sua regione. Allo stesso tempo, lo Stato Maggiore ucraino ha annunciato la riconquista del villaggio di Zarichne, nella regione di Donetsk, confermando come il fronte resti acceso e incerto.
L’attacco russo a Kiev
Secondo l’Institute for the Study of the War, Mosca ha sferrato un attacco combinato senza precedenti, utilizzando 810 droni kamikaze Shahed, nove missili da crociera Iskander-K lanciati dall’oblast’ di Kursk e quattro missili balistici Iskander-M dalla Crimea. Tra gli obiettivi colpiti anche la centrale termoelettrica di Trypilska, nella regione di Kiev, che ha causato un blackout diffuso.
Il primo ministro ucraino Yulia Svyrydenko ha denunciato la gravità dell’attacco: “Per la prima volta il palazzo governativo è stato danneggiato. Ricostruiremo gli edifici, ma le vite perse non possono essere recuperate. L’Ucraina ha bisogno di armi e di nuove sanzioni contro petrolio e gas russi”.
Avanzata ucraina a Donetsk
Nonostante la pressione militare, le forze armate di Kiev hanno diffuso immagini della bandiera ucraina issata a Zarichne, un villaggio strategico a nord di Sloviansk. Secondo il comandante in capo Oleksandr Syrskyi, ad agosto le truppe ucraine hanno liberato 58 chilometri quadrati di territorio e respinto i piani russi di accerchiamento nella zona di Pokrovsk-Myrnohrad.
Syrskyi ha spiegato che Mosca sta adottando la tattica dell’“avanzamento strisciante” con piccoli gruppi di fanteria, nel tentativo di infiltrarsi nei centri abitati evitando scontri diretti.
Orban: “L’Ucraina sarà divisa”
Sul fronte politico-diplomatico, le parole del premier ungherese Viktor Orban hanno destato non poco clamore. Intervenendo a un forum del suo partito Fidesz, Orban ha affermato che “la guerra l’ha vinta Putin” e che l’Ucraina è destinata a essere divisa in tre parti: una zona sotto controllo russo, un’area demilitarizzata e una occidentale. Dichiarazioni che rischiano di alimentare ulteriori tensioni all’interno dell’Unione europea.
Il nodo delle sanzioni
Davanti allo stallo nei negoziati di pace, il presidente americano Donald Trump è tornato a paventare “sanzioni mai viste che piegheranno l’economia russa”. Parole forti che hanno scatenato la reazione del Cremlino, con il portavoce Dmitry Peskov che ha ribadito che le pressioni occidentali non preoccupano Mosca, accusando Kiev e i Paesi europei di voler trascinare Washington in una spirale di nuove restrizioni.
“Le sanzioni sono un argomento usato per imporre misure restrittive – ha detto Peskov – ma la Russia continuerà a muoversi lungo la strada del dialogo, accogliendo gli sforzi di pace promossi dagli Stati Uniti”.