Guerra infinita tra procuratori a Milano

Il processo a Guido Podestà sulle presunte firme false per il “listino” di Formigoni per le Regionali del 2010, è stato sospeso. Secondo quanto riporta La Stampa.it il giudice Monica Amicone, ha preso atto dell’istanza della difesa di trasferire «per legittimo sospetto» il procedimento a Brescia a causa dello scontro tra il Procuratore Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo.

Nei giorni scorsi gli avvocati Gaetano Pecorella e Paolo Veneziani, che difendono il presidente della Provincia (imputato con altri quattro consiglieri provinciali) hanno depositato in Cassazione un ricorso per chiedere lo spostamento del processo da Milano a Brescia per via della «evidente gravità, non altrimenti eliminabile, della situazione locale, idonea a turbare lo svolgimento» in quanto, hanno ricordato i legali, il procedimento, nel quale Podestà è accusato di falso ideologico, è uno dei “casus belli” al centro dello scontro tra Bruti Liberati e Robledo. Scontro da cui sarebbe derivata, secondo la difesa, una «anomala e irrituale duplicazione» del procedimento: quello iscritto per primo all’epoca e poi archiviato, che era assegnato a Bruti, e quello aperto da Robledo (che ha portato al processo in corso) mentre pendeva la decisione del gip sulla richiesta di archiviazione dell’altro fascicolo.

Il giudice non ha potuto far altro che sospendere, come prevede la legge, il processo che era giunto alla fase della requisitoria in attesa della decisione della Suprema Corte che dovrà fissare un’udienza per discutere l’istanza di remissione. L’inchiesta sulle firme false è al centro dello scontro tra Bruti e Robledo, su cui dovrà esprimersi il Csm, anche perché il procuratore ha accusato l’aggiunto di non averlo avvisato con tempestività dell’iscrizione nel registro degli indagati di Podestà, mentre Robledo sostiene di avere subito informato il suo capo dell’interrogatorio della teste Clotilde Strada che aveva fornito elementi d’accusa contro il politico.

«Uno scontro che in soli due mesi – scrivono i legali – ha travalicato il limite del confronto tra i due coinvolgendo, oltre all’ufficio del pm, le correnti esistenti in seno alla magistratura e determinando all’interno della sede giudiziaria milanese una situazione così grave da turbare lo svolgimento del processo a carico di Podestà».