Il governo tedesco è pronto a dar battaglia a Unicredit. Neanche il cambio alla guida dell’esecutivo in Germania porta con sé buone notizie per la banca di Gae Aulenti: la scalata di Commerzbank viene ritenuta “inaccettabile” pure dal nuovo cancelliere di Berlino, Friedrich Merz. Il suo primo commento ufficiale sulla questione del risiko bancario non è di certo l’apertura in cui Unicredit sperava. Anzi. Il governo “sosterrà Commerzbank nella sua battaglia contro l’acquisizione” da parte della banca italiana, scrive il cancelliere in una lettera pubblicata su LinkedIn dal presidente del Consiglio di fabbrica, Sascha Uebel. L’obiettivo del governo di Berlino è che Commerzbank sia “forte e indipendente” e di certo, nella visione di Merz, non lo sarebbe in caso di scalata.
Ma il cancelliere va ben oltre la difesa della banca del suo Paese, attaccando duramente Unicredit, il cui approccio viene definito “non coordinato e ostile” e poi addirittura “inaccettabile”. Insomma, se non è una dichiarazione di guerra, poco ci manca. La lettera risale al 26 maggio, anche se ne è stata data notizia solo ieri. Ciò che sottolinea il cancelliere è l’ostilità del governo nei confronti di questa operazione, in continuità con quanto già detto dal precedente esecutivo tedesco. “Condivido l’opinione del ministro federale delle Finanze che un approccio non coordinato e non amichevole come quello del gruppo Unicredit e inaccettabile”, scrive Merz. Che parla anche dei timori legali ai dipendenti in caso di acquisizione e assicura che il governo prende “molto sul serio le preoccupazioni” sull’indipendenza di Commerzbank e sul futuro “della Germania come centro economico e finanziario”.
Da Unicredit a Mps, il risiko in continuo movimento
Ma il risiko bancario prosegue anche in Italia e proprio Unicredit in queste ore (probabilmente oggi) aspetta la decisione del Tar del Lazio – ieri si è svolta l’udienza – sul ricorso presentato da Banco Bpm contro la decisione della Consob di prorogare di 30 giorni l’iter dell’ops avanzata dall’istituto guidato da Andrea Orcel. Ma ad agitare le acque del risiko bancario c’è anche la questione Mps. Mario Turco, vicepresidente M5s, torna a chiedere al governo di intervenire in Parlamento per rispondere all’interrogazione “sulle anomalie nella cessione, da parte del Mef, del precedente 15% detenuto in Mps”. Una cessione avvenuta “con una procedura estremamente accelerata e ristretta nel tempo, escludendo tanti potenziali acquirenti; soprattutto ha premiato un ristretto gruppo di operatori finanziari, tra cui Caltagirone, eredi Del Vecchio e Banco Bpm”. Attori “tutti profondamente coinvolti nel risiko in atto”.