Chissà se la frase sul “nonno a disposizione delle Istituzioni” sia stata preparata dallo staff, oppure frutto di una trovata personale di Mario Draghi. Fatto sta che qualcosa sta cambiando nella comunicazione del presidente del Consiglio, finora tutt’altro che campione di loquacità. È agli atti che non abbia mai rilasciato un’intervista e che spesso abbia aggirato le conferenza stampa, spedendo i ministri a rispondere alle domande dei giornalisti.
Da qualche mese ha iniziato a investire maggiormente sulla comunicazione, affidandosi a qualche profilo molto vicino ai suoi uomini più fidati. Tra i suoi collaboratori a Palazzo Chigi è arrivato, dal primo novembre, Giorgio Barbieri, in qualità di esperto delle relazioni con i media, con una retribuzione di 75mila euro fino al 31 marzo 2022.
Giornalista con trascorsi all’Ansa, a La Stampa e più di recente al quotidiano super draghiamo, Il Foglio, Barbieri ha scritto dal 2005 sui quotidiani veneti del Gruppo Gedi. Ma soprattutto vanta buoni uffici con l’attuale consigliere economico di Draghi, Francesco Giavazzi, economista ed editorialista del Corriere della Sera, con cui ha scritto, a quattro mani, vari libri, l’ultimo su Venezia pubblicato nel 2020. Un rinforzo che ha fatto seguito ad altri arrivi alla presidenza del Consiglio, tra cui quello di Dina Galano, all’interno dello staff di comunicazione.
Del resto l’ex presidente del Consiglio si sarà reso conto di aver fatto qualche scivolone. Uno su tutti? La decisione di far durare il Green Pass un anno. Il passo indietro, con l’anticipo della scadenza del certificato, è l’implicita ammissione di un messaggio che genera confusione. Non è da meno, poi, la strategia che ha promosso l’idea secondo cui il vaccino fosse uno strumento anti-contagio. “Con il Green Pass gli italiani possono tornare a esercitare le proprie attività e divertirsi con la garanzia di trovarsi con persone che non sono contagiose”, affermava in estate.
Un dono per le tesi no-vax. Alla fine ha dovuto spiegare che il vaccino è una garanzia contro lo sviluppo della malattia in forma severa, come riferito dai dati scientifici. Insomma, in materia di comunicazione si vede qualche deficit. Che necessita di nuovi metodi e altri collaboratori.