Alla vigilia di una nuova offensiva dell’esercito israeliano su Gaza City, si riaccende il confronto politico e diplomatico tra Hamas e il governo di Benjamin Netanyahu. Ieri sera, attraverso una dichiarazione ufficiale, l’organizzazione islamista ha affermato di essere pronta a un accordo “globale” che preveda la liberazione degli ostaggi ancora detenuti, lo scambio con un numero concordato di prigionieri palestinesi e, soprattutto, la fine delle ostilità con il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia.
Hamas ha ribadito la disponibilità alla creazione di un governo tecnico indipendente che assuma la gestione civile della Striscia di Gaza, garantendo la riapertura dei valichi e l’avvio della ricostruzione. “Siamo in attesa della risposta di Israele alla proposta dei mediatori”, si legge nel comunicato.
La replica di Netanyahu: “Propaganda di Hamas”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha liquidato l’apertura di Hamas come “un’ennesima manovra”. Il suo ufficio ha chiarito che la guerra potrà concludersi soltanto alle condizioni fissate da Israele: liberazione di tutti gli ostaggi, smantellamento dell’apparato militare di Hamas, smilitarizzazione di Gaza e creazione di un governo alternativo “che non educhi al terrorismo e non minacci lo Stato ebraico”.
Sulla stessa linea il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha invocato la “distruzione totale” di Hamas, escludendo qualsiasi concessione: “L’unica risposta a questi terroristi è la resa completa o la loro eliminazione”. Anche il ministro della Difesa, Israel Katz, ha bollato come “parole vuote” l’offerta dell’organizzazione, minacciando che Gaza potrebbe subire la stessa sorte di Rafah e Beit Hanoun se non accetterà le condizioni israeliane.
Trump chiede il rilascio immediato degli ostaggi
Sul dossier è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che in un messaggio su Truth Social ha esortato Hamas a rilasciare “immediatamente tutti i 20 ostaggi” ancora vivi a Gaza. Altri 28, rapiti il 7 ottobre 2023, risultano invece deceduti secondo le informazioni disponibili.
Voci dall’opposizione e mediazioni in corso
Il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha invitato il governo a riprendere i negoziati senza accettare necessariamente le condizioni imposte da Hamas, ma cercando almeno una via per riportare a casa i prigionieri.
Intanto Bishara Bahbah, imprenditore palestinese che agisce da mediatore non ufficiale per conto degli Stati Uniti, ha rivelato all’emittente saudita Al-Arabiya che Hamas avrebbe offerto “tutto il possibile”, parlando di “segnali positivi per una soluzione permanente a Gaza più che mai”.