Hydra, nuove indagini di “straordinaria rilevanza”: slitta la requisitoria sul maxi-processo alle mafie in Lombardia

La maxi-udienza Hydra slitta al 24 ottobre: la Dda di Milano annuncia nuove indagini sul presunto “sistema mafioso lombardo”

Hydra, nuove indagini di “straordinaria rilevanza”: slitta la requisitoria sul maxi-processo alle mafie in Lombardia

Milano, 30 settembre 2025. Doveva essere la giornata della requisitoria dei pubblici ministeri, con Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane pronti a esporre davanti al gup Emanuele Mancini le conclusioni dell’accusa. Al contrario, la maxi-udienza dell’inchiesta “Hydra” si è trasformata in un passaggio sospeso: la Dda ha chiesto e ottenuto un rinvio perché, come ha spiegato Cerreti, «è in corso un’attività di indagine di straordinaria rilevanza». I nuovi accertamenti, il cui contenuto rimane riservato, saranno depositati entro il 17 ottobre. L’udienza è stata aggiornata al 24 ottobre.

Il procedimento, uno dei più ampi degli ultimi anni, riguarda 146 imputati complessivi: 77 hanno scelto il rito abbreviato, 59 sono in udienza preliminare e altri hanno chiesto di patteggiare. Al centro del fascicolo c’è l’ipotesi di un’alleanza stabile fra Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra, capace di operare come un unico “sistema mafioso lombardo” con basi tra Milano e Varese. Un impianto che la procura milanese, diretta da Marcello Viola, ha difeso con forza davanti ai diversi gradi di giudizio cautelari, ottenendo la convalida del Riesame e della Cassazione.

I nomi e la struttura del “consorzio”

Tra i protagonisti della vicenda spiccano i nomi di Giuseppe Fidanzati, figlio del boss di Cosa nostra Gaetano, e dei fratelli Bernardo, Domenico e Michele Pace, indicati come parte del mandamento trapanese legato a Paolo Aurelio Errante Parrino, parente di Matteo Messina Denaro. Errante Parrino, arrestato a gennaio dopo una decisione della Suprema Corte, è in udienza preliminare. La lista degli imputati comprende figure riconducibili anche alla camorra romana della famiglia Senese e a cosche della ’ndrangheta attive tra Lombardia e Piemonte.

Secondo l’accusa, il “consorzio” non si sarebbe limitato a occasionali affari comuni ma avrebbe creato una struttura con regole condivise, una cassa comune e una capacità autonoma di intimidazione. Un passaggio decisivo, perché sposta il piano da una cooperazione tra clan a una nuova associazione mafiosa autonoma radicata al Nord.

Le tensioni in aula e la sicurezza dei magistrati

La dimensione del processo non è solo giudiziaria. Durante le udienze estive, nell’aula bunker di Opera, la pm Cerreti è stata oggetto di gesti ritenuti intimidatori da parte di un imputato, Giuseppe Sorci, che le avrebbe rivolto più volte un segno della croce. L’episodio, documentato in una relazione investigativa, ha portato al rafforzamento delle scorte sia per Cerreti sia per il procuratore Viola. È un segnale della delicatezza di un procedimento che tocca reti mafiose ancora attive e con capacità di pressione.

La scelta della procura di fermare la requisitoria conferma che il quadro accusatorio è in movimento. Nuove prove, nuove intercettazioni o nuovi riscontri documentali potrebbero modificare l’assetto delle imputazioni e incidere sulle strategie difensive. Le opposizioni dei legali alla richiesta di rinvio testimoniano la tensione crescente: i difensori temono che il processo possa dilatarsi ulteriormente, con effetti sulle posizioni dei loro assistiti.

Prospettive e posta in gioco

Il 24 ottobre si aprirà dunque una fase decisiva. La Dda di Milano punta a dimostrare che in Lombardia si sia insediato un soggetto mafioso composito, capace di unire tradizioni criminali diverse in un’unica regia. Se la tesi reggerà in aula, si tratterebbe di un passaggio giurisprudenziale e investigativo di rilievo nazionale: la certificazione dell’esistenza di un’alleanza stabile tra Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra fuori dai territori d’origine.

L’inchiesta “Hydra” prende il nome dal mostro mitologico dalle molte teste, un’immagine scelta non a caso per descrivere un’organizzazione che muta, si adatta e continua a espandersi. Il rinvio racconta che una di quelle teste non è stata ancora individuata del tutto. Saranno i nuovi atti a rivelare fino a che punto il “sistema” lombardo fosse radicato e quali interessi economici abbia realmente controllato.