I 5 Stelle blindano Quota 100. E spingono per il cuneo fiscale. I giallorossi alle prese con i ritocchi alla Manovra. Restano divergenze sul carcere per i grandi evasori

Entro la mezzanotte di oggi il governo dovrà inviare in Europa il Documento programmatico di bilancio, ovvero la sintesi della prossima manovra. Prima ci sarà il passaggio in Consiglio dei ministri. E si lavora fino all’ultimo tra vertici di maggioranza (reali o solo annunciati), riunioni con i sindacati convocati last minute e incontri di partito. A dirigere i lavori il premier Giuseppe Conte: “Sono garante che sia una manovra nell’interesse di tutti”, assicura. Ma se alcune misure vengono date per acquisite, altre sono al centro di un duro braccio di ferro.

LE FRIZIONI. I Cinque stelle fanno muro contro le ipotesi (targate Pd?) di imposte sulle schede ricaricabili Sim, cancellazione retroattiva della detraibilità del 19% sull’Irpef e volontà di rivedere Quota 100. Il Pd nega di voler abrogare la misura voluta dalla Lega e difende il taglio delle tasse sul lavoro. “Non s’inneschi guerra tra poveri. Non è neanche immaginabile mettere i pensionati contro i lavoratori”, dichiara Luigi Di Maio. Che, alla fine, si dice certo di trovare “una quadra con il Pd”. Tutti d’accordo sulle misure per la famiglia. Anche se Matteo Renzi tenta in tutti i modi di intestarsene la paternità, al pari dello stop all’aumento dell’Iva.

Lo schema per riordinare gli aiuti dovrebbe prevedere un ‘fondone’ – da 2 miliardi – per la famiglia, che arriverà subito in manovra, poi l’assegno unico per i figli. C’è il superamento del superticket: l’abolizione dovrebbe partire da luglio 2020. Una battaglia del M5S che ha trovato nel ministro della Salute di LeU un convinto sostenitore. Gli ostacoli maggiori riguardano cuneo fiscale e Quota 100. Per il cuneo la dote è salita a 3 miliardi, destinati a raddoppiare nell’anno successivo. Finora è stato ipotizzato un beneficio tutto a carico dei lavoratori. Ma il M5S vorrebbe che a godere della sforbiciata delle tasse fossero da subito, e non solo dal 2021, anche le imprese. Per metterle nelle condizioni di sostenere l’introduzione del salario minimo a 9 euro l’ora. Ugualmente complicato il discorso su Quota 100.

L’ipotesi di una stretta sulle finestre per il pensionamento farebbe guadagnare 5-600 milioni. Ma il M5S non ne vuole sapere. Il governo avrebbe aperto, anzi, alla richiesta dei sindacati di procedere a un primo step della rivalutazione delle pensioni. “Abolire Quota 100? resterà una poco felice fantasia di Iv”, dichiara Di Maio. Già, perché è soprattutto Renzi a chiedere che venga abolita. Altro tema di discussione è il carcere per i grandi evasori. Il M5S insiste perché venga introdotto insieme con “la confisca per sproporzione”. Ma si tratta di misure che il Pd vorrebbe affrontare in altra sede e sulle quali mugugna anche Iv. Regna incertezza anche sul taglio ai sussidi ambientalmente dannosi.

I renziani dicono no a nuovi balzelli sul gasolio agricolo. Più tasse per le multinazionali che inquinano, chiede il M5S. E qui si apre il capitolo delle coperture. La manovra viaggia sui 30 miliardi di euro, la metà delle entrate (14 miliardi) sono garantite dal maggior deficit, l’altra è il risultato di una serie di voci. La più grossa (7 miliardi) riguarda la lotta all’evasione. Si ragiona sul riallineamento delle accise tra gasolio e benzina. Tradotto: più accise sul diesel. Nel nome del “più inquini, più paghi” potrebbe giustificarsi la ‘plastic tax’ su imballaggi e contenitori di plastica. Sul tavolo ci sono altre ipotesi: da un giro di vite sulle compensazioni dei debiti Inps a una prima rimodulazione delle tax expenditures. si torna a parlare di nuovi rialzi su tabacco e giochi, due evergreen. E si stima un extragettito dalle partite Iva per 3 miliardi nel 2020.