I Cinque Stelle chiedono a Conte una task force antimafia. Alto il rischio di infiltrazioni dei clan sui prestiti del decreto liquidità

Travolti a causa della pandemia da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, a sorridere sono solo le mafie. Magistrati e osservatori attenti lanciano l’allarme da giorni. Serve contrastare le mire dei clan e serve farlo in fretta. Con quest’obiettivo i deputati e i senatori pentastellati della commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie puntano all’istituzione di una task force antimafia. L’hanno chiesta con una nota formale inviata al premier Giuseppe Conte e, per conoscenza, ai ministri della giustizia Alfonso Bonafede e dell’interno Luciana Lamorgese.

I deputati Vittoria Baldino, Piera Aiello, Davide Aiello, Stefania Ascari, Andrea Caso, Paolo Lattanzio, Luca Migliorino, Dalila Nesci, Angela Salafia, e i senatori Nicola Morra (nella foto), Mario Michele Giarrusso, Antonella Campagna, Margherita Corrado, Giovanni Endrizzi, Elio Lannutti e Marco Pellegrini temono che la criminalità organizzata possa mettere le mani soprattutto sui prestiti che verranno concessi alle imprese grazie al Decreto liquidità.

Mostrando preoccupazione davanti a uno scenario di deroga alle normative sugli appalti e soprattutto sui controlli antimafia, gli onorevoli del Movimento 5 Stelle chiedono quindi di valutare l’opportunità di rafforzare la task force istituita per la gestione della ripartenza, prevedendo il coinvolgimento di magistrati di esperienza sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata “in modo da recepire il loro contributo professionale in tema di prevenzione del fenomeno”.