I furbetti del cartellino vergognosi come i corrotti. A Sanremo il festival dei fannulloni

Nonostante gli sforzi normativi dei fustigatori dei nullafacenti, dal giuslavorista Pietro Ichino all’ex ministro Renato Brunetta, i fannulloni della Pubblica amministrazione ribattono un colpo. Per carità, nessuno ha intenzione di fare di tutta l’erba un fascio, anche perché in questo caso parliamo di un’inchiesta che dovrà fare il suo corso e dimostrare ogni accusa. Di certo quello che arriva da Sanremo è un terremoto non da poco, con delle chicche che se dimostrate faranno riflettere. Per esempio c’è il caso del dipendente che invece di andare a lavorare si faceva timbrare il cartellino da un collega compiacente e se andava in canoa, vantando la propria performance sui social e segnando anche lo straordinario. Ma è solo uno degli esempi accertati dalla Guardia di finanza di Sanremo che ha lavorato all’operazione Stachanov, portando alla luce un sistema di assenteismo diffuso in Comune.

I PASSAGGI
Secondo quanto accertato dalla Finanza, alcuni dipendenti arrivavano a segnarsi anche dieci ore di straordinario non effettuato pure durante i cosiddetti superfestivi come Pasqua. In totale sono 195 le persone indagate. Di queste 35 sono agli arresti domiciliari, otto hanno l’obbligo di firma e 75 hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini. Per ulteriori 71 soggetti è scattata la denuncia penale a piede libero con contestuale notifica dell’avviso conclusione indagini. Dieci sono i funzionari. Tra gli indagati anche un vigile urbano. Per loro le accuse sono, a vario titolo, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico in relazione a casi di assenteismo e indebito utilizzo del cartellino identificativo. Un sistema scellerato L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore di Imperia, Maria Paola Marrali, ed era stata avviata circa due anni fa, dopo le segnalazioni dell’allora sindaco, Maurizio Zoccarato. “La Gdf ha accertato un sistema scellerato. È mai possibile che all’interno di un ufficio non ci si avveda di una situazione così grave?”, ha detto Marrali. “L’obbiettivo è stato raggiunto in modo esemplare. È la fine di un malcostume che andava avanti da tempo”.

IL PREGRESSO
Le indagini sono state inizialmente condotte attraverso una serie di pedinamenti, grazie ai quali le Fiamme Gialle hanno accertato che una cospicua parte dei dipendenti comunali adattava “illecitamente gli orari e la presenza sul posto di lavoro alle proprie esigenze personali”. Da qui la decisione di adottare sistemi di videosorveglianza per controllare la condotta dei dipendenti. Un’operazione che, come spiegano dalla guardia di finanza, “si è rivelata assai complessa”, perché il comune di Sanremo ha 528 dipendenti dislocati su 21 sedi distanti tra loro e con la possibilità di timbrare l’entrata in una sede e l’uscita in un’altra a prescindere da dove si presta servizio. Le attività sono state quindi concentrate in quattro sedi, cioé Palazzo Comunale, servizi demografici, servizi sociali, ufficio fognature e reti, per un totale di 271 dipendenti controllati (circa la metà del totale).