I grandi del mondo sfilano a Roma, possibile incontro Ursula-Trump

Da Trump a von der Leyen, fino a Macron, i potenti della Terra saranno a Roma per omaggiare Papa Francesco. Possibile bilaterale Usa-Ue

I grandi del mondo sfilano a Roma, possibile incontro Ursula-Trump

I grandi del mondo in fila a Roma, sabato, per rendere l’ultimo saluto a Papa Francesco. Ma anche – probabilmente – per continuare a tessere i fili della politica internazionale. La premier Giorgia Meloni ha annullato gli impegni internazionali previsti per il fine settimana in Uzbekistan e Kazakistan, ma tutti gli occhi saranno solo per Donald Trump.

The Donald sarà infatti nella Capitale, come da lui stesso annunciato lunedì sulla sua piattaforma social Truth: “Melania e io andremo al funerale di Papa Francesco, a Roma. Non vediamo l’ora di esserci!”. Un entusiasmo forse fuori luogo per delle esequie. Tuttavia non sorprende: che tra il presidente Usa e il Pontefice le vedute fossero molto distanti – dalla guerra, alle politiche anti-migranti – non era certo un mistero per nessuno.

E a Roma ci sarà anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. La portavoce della Commissione Arianna Podestà ha fatto sapere che “la visita della presidente von der Leyen avverrà nel contesto delle esequie del Papa”, ma ha poi aggiunto che “al momento non possiamo né escludere né confermare possibili incontri bilaterali”. “Come ha detto la presidente von der Leyen sarebbe una cosa positiva incontrare le controparti americane per riuscire a trovare un accordo”, ha concluso. Accanto alla presidente ci sarà il presidente Consiglio europeo Antonio Costa. E, qualora l’incontro Usa-Ue ci dovesse veramente essere, verrebbe a cadere tutta l’impalcatura mediatica che fino a oggi ha descritto Meloni come l’ago della bilancia tra Europa e Stati Uniti. L’ultimo scherzo del Papa al governo…

I Volonterosi presenti con Zelensky

A Roma ci sarà anche il fronte dei “volonterosi”, capitanato dal presidente francese Emmanuel Macron: “Saremo presenti, come è giusto che sia”, ha dichiarato il capo dell’Eliseo. Con lui il primo ministro della Gran Bretagna Keir Starmer (accompagnato dal Principe William) e Franck-Walter Steinmeier e Olaf Scholz, rispettivamente Presidente e Cancelliere in carica della Germania. Confermata la presenza, naturalmente, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Completano lo scacchiere europeo Rebelo de Sousa e Luis Montenegro, rispettivamente presidente e primo ministro del Portogallo, e Andrzej Duda presidente della Polonia.

Persino Milei renderà omaggio al “Papa comunista”

Dal Sud America arriveranno il presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva e quello argentino Javier Milei, che sarà accompagnato da sette ministri e dalla segretaria generale della Presidenza, la sorella Karina Milei. Non male per uno che aveva definito Bergoglio “il rappresentante del maligno sulla terra”, per il suo attaccamento alle teorie “comuniste” e che non ha mai smesso di criticare il defunto Papa.

Assenti Putin e Netanyahu

Passando a chi invece non ci sarà, l’assenza principale sarà quella del Presidente russo Vladimir Putin, il quale, come riportato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “non ha piani del genere”. Inoltre, qualora Putin atterrasse su suolo italiano, dovrebbe essere immediatamente arrestato, perché colpito da un mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi). In piazza San Pietro arriverà invece il patriarca ortodosso Kirill, che aveva incontrato e sottoscritto con Francesco una dichiarazione ecumenica all’Avana, a Cuba, nel 2016.

Le accuse a Bergoglio dell’ex ambasciatore d’Israele Dror

Quasi scontata l’assenza anche del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, anch’esso inseguito da un mandato d’arresto della Cpi. Intanto però da Tel Aviv fanno scalpore le accuse rivolte a Bergoglio dell’ex ambasciatore di Israele in Italia, Eydar Dror, il quale ha accusato il defunto Pontefice di aver diffuso “accuse gravi e infondate” contro Israele sul conflitto nella Striscia di Gaza. Per Dror le parole pronunciate da Francesco su Gaza sarebbero “libelli di sangue contro lo Stato ebraico”. E, in un post su X lo ha accusato apertamente di antisemitismo, bollandolo come “Il Papa contro gli ebrei”.

Cina indecisa, ma c’è il nodo Taiwan

Infine, ancora non si conoscono le decisioni della Cina: un portavoce del ministero degli Esteri, Guo Jiakun, ha espresso cordoglio per la morte del Papa, ma a una domanda diretta su chi rappresenterà Pechino sabato, ha risposto di “non avere informazioni”. Sul piano dei rapporti bilaterali, però, il responsabile ha evidenziato il rilievo del pontificato di Francesco. Un possibile fronte di scontro sarà la presenza (annunciata) di una delegazione di alto livello di Taiwan, partecipazione che provocherà certamente più di un malumore a Pechino.