Si è concluso con un nulla di fatto il secondo round di negoziati tra Russia e Ucraina, tenutosi nelle scorse ore a Istanbul. I colloqui, durati poco più di un’ora nel prestigioso Palazzo Ciragan, hanno prodotto solo intese di natura umanitaria, come lo scambio di prigionieri di guerra e il rimpatrio dei corpi dei soldati caduti. Nessun progresso, invece, sul fronte politico e militare: Kiev continua a chiedere un cessate il fuoco immediato e senza condizioni, mentre Mosca resta ferma sulle sue pretese, tra cui la rinuncia dell’Ucraina all’adesione alla NATO e la cessione di territori occupati.
Il ministro della Difesa ucraino e capo negoziatore Rustem Umerov ha annunciato che le parti hanno concordato lo scambio di tutti i prigionieri di guerra gravemente feriti, malati o di età inferiore ai 25 anni, e il rimpatrio di 6.000 corpi per parte. Tuttavia, ha confermato che la Russia ha rifiutato un cessate il fuoco incondizionato, base imprescindibile per qualsiasi trattativa secondo Kiev. “Per noi il cessate il fuoco è la base per qualsiasi diplomazia”, ha ribadito la delegazione ucraina al termine dei colloqui.
Mosca ha invece proposto un cessate il fuoco limitato a “due o tre giorni” in alcune zone del fronte, giustificandolo con la necessità di recuperare i corpi dei soldati caduti. La proposta è stata accolta con scetticismo da Kiev, che teme possa servire a Mosca per guadagnare tempo e riorganizzarsi militarmente. Secondo Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa, “l’Ucraina vuole solo riarmarsi con l’aiuto dell’Occidente prima di riprendere i combattimenti”.
I negoziati tra Ucraina e Russia a Istanbul sono stati un flop: deciso uno scambio di prigionieri ma nessun accordo sul cessate il fuoco
I nodi irrisolti in questi negoziati restano profondi. Kiev ha presentato una lista di 339 bambini ucraini deportati in Russia e ha chiesto il loro rimpatrio, oltre a proporre un alleggerimento delle sanzioni in cambio del cessate il fuoco. Mosca, dal canto suo, ha portato un memorandum con le sue condizioni, che comprendono anche la cessione delle cinque regioni annesse e la rinuncia ufficiale all’ingresso nella NATO — pretese ritenute irricevibili da Kiev.
A gettare ulteriormente ombre sulla trattativa, le parole di Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino: “I russi stanno facendo tutto il possibile per evitare un cessate il fuoco e continuare la guerra. La ragionevolezza non è qualcosa che si applica alla Russia”. Per Yermak, ora è il momento di rafforzare ulteriormente il pacchetto di sanzioni internazionali contro Mosca.
Nonostante il clima teso, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan continua a offrire la Turchia come terreno neutrale per un potenziale vertice di pace. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: riunire a Istanbul Volodymyr Zelensky, Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump. Ma al momento, tale ipotesi appare distante dalla realtà. Kiev ha lanciato la proposta di un nuovo incontro tra il 20 e il 30 giugno, ma resta da vedere se Mosca accetterà.
Intanto, il conflitto prosegue e il tavolo negoziale, ancora una volta, sembra lontano dal tradurre le intenzioni in soluzioni concrete.