Le Lettere

I nuovi cannibali

Ma come fa un giornale serio (serio?) come La Stampa a scrivere che i soldati russi, ridotti alla fame, mangiano i loro compagni morti? È grottesco.
Pino Somma
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Gentile lettore, lasci stare i giornali. La grande notizia è che finalmente gli ucraini hanno ritrovato la verve di un tempo, quella che tanto ci ha deliziati. Ricordiamo Putin malato che beve sangue di cervo, la chiesa bombardata ma poi si vedono le donne delle pulizie ucraine che sollevano le macerie di polistirolo, l’esercito russo che va alla carica con le pale, i russi che disertano perché non sono arrivati i calzini di lana, i russi che rubano dai frigoriferi i chip necessari ai missili. Il mio film preferito è quello dell’inverno ‘22-23 con 200.000 soldati russi morti di freddo. Considerando che Putin invase l’Ucraina con 160.000 soldati, ne morirono il 120 per cento solo per il freddo. Grande! Ora gli sceneggiatori ucraini sembrano aver ritrovato lo smalto per cui erano famosi ed ecco il capolavoro. Con la solita sobrietà hanno diffuso la registrazione di una telefonata in cui due attori, pardon due soldati che parlano russo (proprio come i russi e gli ucraini!), dicono: “Hai sentito che Ivan ha mangiato un suo commilitone?” e l’altro risponde: “Sì, ha mangiato per due settimane”. Genio! Lei dirà: ma come ha fatto a conservare il corpo per 14 giorni senza che si putrefacesse? Dettagli, caro lettore, non sia prosastico. E poi nulla esclude che i soldati russi vadano in guerra con un frigo in cui conservare i compagni morti da mangiare a pranzo e a cena. All’occorrenza possono anche usare i chip del frigo per fabbricarsi i missili.