I poteri forti non si arrendono e vanno ancora contro Atene. Alla luce il doppio gioco del Fondo monetario. A parole sta con la Grecia ma nei fatti la boicotta

Appeso a un filo fino all’ultimo. L’accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali atteso per oggi è di nuovo pericolosamente in bilico. A rivelarlo è stato ieri il premier ellenico Alexis Tsipras, svelando che non solo ad Atene c’è chi continua a remare contro il salvataggio del Paese dal fallimento, mettendo a rischio la ratifica in parlamento del piano inviato a Bruxelles, ma anche tra i creditori c’è chi lavora ancora per far naufragare tutto. Un lavoro ai fianchi che si vede da tempo, non solo nelle tante dichiarazioni al veleno dei falchi del rigore tedeschi, ma anche negli atteggiamenti distruttivi del Fondo monetario internazionale.

DUE FACCE
A dispetto delle dichiarazioni ufficiali e del suo stesso mandato, l’organizzazione di Washington guidata dalla francese Christine Lagarde ha provato più volte a far saltare il tavolo, addirittura alzandosi e andando via dalle trattative per rifinanziare il debito pubblico greco. Comportamenti che hanno alzato la tensione, rendendo la matassa ancora più difficile da sciogliere, semmai fosse possibile. Questi poteri forti, gli stessi che hanno messo in ginocchio l’Italia nei mesi drammatici della crisi dello spread, ora continuano a fare il loro inconfessabile gioco. Senza rassegnarsi neppure di fronte a un accordo politico ormai sostanzialmente raggiunto. Così ieri Tsipras ha riferito al suo governo che i “creditori non accettano alcune proposte greche”, in particolare sul congelamento del debito per evitare il default, lamentandosi in particolare proprio della posizione rigida del Fmi. Accuse che con la solita formale – e ipocrita – smentita la Lagarde ha respinto. “Nessuno vuole una Grexit. Il Paese ha bisogno di riforme, certo, ma anche di un debito più sostenibile”. Sono coerenti queste frasette di circostanza con la delegazione del Fondo monetario che si ritira dalle trattative? No, ovviamente, ma il Fondo monetario è uno di quei poteri forti – e inutili per risolvere le crisi – che nessuno tocca. Forse proprio perchè se c’è una crisi ed entra in gioco l’Fmi, quella crisi matematicamente si aggrava, a tutto vantaggio degli speculatori. Dunque la Grecia si salverà, o forse no, ma alla Lagarde non la tocca nessuno, così come nessuno osò mai accusare di essere un uomo dalla misera moralità il suo predecessore Dominique Strauss-Kahn, fin quando – forse con un complotto, come si usa nelle partite di potere – venne fuori la presunta violenza su una cameriera. E l’inevitabile uscita di scena.