di Roberto Mancini
Che la mafia avesse messo radici al nord non è una novità. Adesso però a confermare quanto è grave la situazione c’è addirittura un provvedimento del Consiglio dei Ministri. Per la prima volta, infatti, un Comune della Lombardia è stato sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. Si tratta di Sedriano, paesino alle porte di Milano di poco più di 11 mila abitanti, che da ieri detiene un triste record: è il primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni mafiose. Il CdM ha deciso di sciogliere il consiglio comunale per consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali, nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata – ha spiegato – il comunicato diffuso da Palazzo Chigi.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha proposto il commissariamento immediato. A questo punto, perché il provvedimento diventi effettivo, serve l’atto del Quirinale che, secondo voci vicine al Colle, dovrebbe arrivare in tempi stretti. Dopo seguirà la nomina di una terna prefettizia che amministrerà il comune fino alle prossime elezioni. Sedriano è il primo comune in provincia di Milano, ma il secondo dopo quello di Crotone. Territori distanti ma sempre più legati dalla presenza delle cosche.
L’indagine
L’inchiesta che ha portato Sedriano allo scioglimento è una delle più clamorose degli ultimi tempi, esplosa proprio un anno fa con l’arresto dell’allora assessore regionale alla Casa della Giunta Formigoni, Domenico Zambetti, accusato – anche questa era una prima volta – di voto di scambio con la ‘ndrangheta. In quell’operazione la Dda milanese arrestò diverse persone, tra cui ai domiciliari il sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste, che secondo l’ordinanza avrebbe asservito sistematicamente le proprie funzioni pubbliche agli interessi dei privati corruttori. Secondo la procura, il primo cittadino di Sedriano avrebbe fatto gli interessi di due imprenditori legati alla ‘ndrangheta: Eugenio Costantino, titolare di un compro oro legato al clan Di Grillo-Mancuso, e il chirurgo Silvio Marco Scalambra, titolare di cooperative. I due sono padre e marito di due consiglieri di maggioranza: Teresa Costantino e Silvia Fagnani.
Fine mandato
Adesso lo scioglimento del consiglio mette la parola “fine” al mandato del sindaco pidiellino, 60 anni, professore di religione, eletto nel 2009.
Dopo tre mesi di arresti domiciliari, durante i quali si è sempre proclamato innocente, a gennaio è tornato a governare il Comune. Nei giorni scorsi, il pm Alessandra Dolci aveva chiesto che fosse sottoposto alla sorveglianza speciale, ma il Tribunale aveva aggiornato l’udienza al 27 novembre. I magistrati ritengono che il Sindaco di Sedriano, corrotto secondo l’accusa, sognasse ad dirittura un posto in Senato.Il sindaco non si è mai dimesso e ha continuano a svolgere la sua funzione di primo cittadino. Fino a ieri. Quello di Sedriano è il quinto caso, negli ultimi due anni, di comune sciolto per infiltrazione mafiosa nel nord Italia. Precedentemente erano stati sciolti i comuni di Bordighera e Ventimiglia in Liguria e quelli di Rivarolo Canavese e Leinì in Piemonte.