Idea eurobond per la Difesa, per ora Berlino dice no

L’Eurosummit rinvia a giugno la questione su come finanziare la deriva bellica del continente, per il momento niente eurobond per la Difesa.

Idea eurobond per la Difesa, per ora Berlino dice no

Solita fuffa dal vertice europeo dei 27 Stati membri. E per fortuna, stavolta viene da dire. Perché all’ordine del giorno c’era la guerra. I vertici delle istituzioni blustellate – Commissione, Consiglio, Alto rappresentante – hanno cercato di trasmettere un senso di urgenza agli Stati membri. Sul sostegno militare a Kiev ma non solo.

L’Ue – si legge nelle conclusioni del Consiglio – “s’impegna ad aumentare la propria preparazione e le proprie capacità di difesa per soddisfare le proprie esigenze e ambizioni nel contesto delle crescenti minacce e sfide alla sicurezza, riducendo le sue dipendenze strategiche e aumentando le sue capacità”.

Ue divisa: niente eurobond per la Difesa

Ma, considerando che l’Ue è pur sempre l’Ue, sul come le differenze non sono state superate. Ad esempio sulla possibilità di fare debito per gli investimenti necessari a rafforzare l’industria bellica europea, dove si delinea l’ormai classica spaccatura tra i frugali e il fronte che spinge per gli eurobond. Traduzione: un Next Generation per la difesa, che vede l’Italia da mesi in prima linea assieme alla Francia, al momento è impraticabile a causa del muro di Berlino e del fronte dei falchi.

L’idea di un nuovo fondo comune da 100 miliardi di euro dedicato alla difesa e ispirato al Recovery fund e al programma Sure è stata avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla premier estone Kaja Kallas – con il sostegno del premier belga Alexander De Croo e dell’Italia – e bocciata da Berlino. “Si conosce la posizione della Germania: non siamo dei fan di queste idee”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “I patti vanno rispettati, il Next Generation Eu è un programma che si conclude nel 2026”, ma “quel metodo sarebbe molto utile oggi per esempio per incentivare la difesa comune”, ha detto invece il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.

Questione irrisolta

Ad ogni modo a oggi la questione rimane irrisolta e i leader Ue hanno deciso di prender tempo. Rinviando il tema a giugno. Nelle conclusioni dell’eurosummit si legge che i capi di Stato e di governo europei invitano il Consiglio e la Commissione Ue ad esplorare tutte le opzioni per mobilitare i fondi e a riferire a giugno. In più, la Banca europea per gli investimenti è invitata ad adattare la sua politica creditizia nei confronti dell’industria della difesa e la sua attuale definizione di beni a duplice uso, salvaguardando la sua capacità finanziaria.

L’Italia nega con la sua premier il clima di guerra che si sarebbe respirato al vertice. “Non è quello che ho visto”, dice Giorgia Meloni. “Certo siamo in un conflitto e nessuno affronta le questioni con leggerezza ma non ho visto un clima diverso rispetto ai precedenti Consigli, con preoccupazioni su possibili escalation, con un ‘mettiamoci l’elmetto in testa per combattere’ o i cittadini sono in pericolo”.

Non la pensa così il suo amico Viktor Orban, di cui Meloni dice di non aver condiviso gli auguri per la rielezione di Vladimir Putin a presidente della Russia. “È una sensazione strana venire dall’Ungheria a Bruxelles, perché il nostro Paese sembra un luogo perfettamente normale in cui si ragiona con calma e razionalità”, al contrario l’Ue è in “una spirale di guerra” e “ciò che sembrava assurdo e impensabile solo due mesi fa, ora è diventato realtà”, ha detto il primo ministro ungherese. Secondo Orban, “ora siamo a un punto in cui i Paesi della Nato vengono sollecitati a intervenire militarmente nella guerra russo-ucraina. E se un Paese entra in un conflitto armato con la Russia, potrebbe minacciare una guerra mondiale”.