Aumenta il pressing delle forze economiche e politiche (persino Renzi) per i ristori attesi da gennaio. In queste ore si ipotizza che il primo provvedimento economico dell’era Draghi possa arrivare in Cdm tra giovedì e venerdì. Il lavoro prosegue a caccia di una sintesi politica e tecnica, più faticosa, forse, del previsto. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando (nella foto) annuncia che verrà rafforzato il Reddito di emergenza che, assieme al Reddito di cittadinanza e agli altri strumenti messi in campo durante l’emergenza pandemica, ha evitato che la crisi sanitaria ed economica si trasformasse in crisi sociale.
Il rafforzamento del Rem dovrebbe avvenire “mediante l’innalzamento della soglia massima dell’ammontare del beneficio per coloro che vivono in affitto e la garanzia dell’accesso al beneficio anche ai disoccupati che hanno terminato, tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021, la Naspi o la Dis-coll e non godono di altri strumenti di sostegno al reddito”.
Verranno rivisti anche alcuni meccanismi del reddito di cittadinanza per renderlo più flessibile, ad esempio consentendo la sospensione per qualche mese e la successiva riattivazione per chi riesce a trovare lavori temporanei. Si lavora anche a irrobustire le misure per le famiglie, dopo l’anticipo delle norme per i congedi, il lavoro agile e il bonus baby sitting. Il provvedimento conterrà anche le risorse per dare impulso al piano dei vaccini: 5 miliardi.
C’è poi il capitolo fiscale con diversi rinvii, dalla proroga al 31 marzo della certificazione unica allo spostamento al 10 maggio della precompilata fino al rinvio di tre mesi per il nuovo adempimento della conservazione delle fatture elettroniche emesse e ricevute nell’anno d’imposta 2019. In via di definizione il progetto di cancellare le vecchie cartelle sotto i 5 mila euro contestate ai contribuenti tra il 2000 e il 2015.
Dove c’è stato un braccio di ferro tra i partiti della maggioranza con la Lega che insisteva per una soglia più alta fino a 10 mila euro. La questione potrebbe riproporsi nel passaggio parlamentare. Ma al momento il sottosegretario Claudio Durigon conferma la soglia dei 5000. Il costo dell’operazione sarebbe di due miliardi. La parte del leone nel decreto Sostegni la faranno le due voci del lavoro e degli indennizzi alle attività produttive che insieme valgono oltre 20 miliardi.
Per gli aiuti alle imprese serviranno circa 11-12 miliardi. Saltano i codici Ateco, l’idea è di indennizzare professionisti e imprese con un fatturato fino a 10 milioni che hanno registrato cali di fatturato di almeno il 33%. L’indennizzo sarà calcolato sulla media mensile della perdita del 2020 a confronto con il 2019, moltiplicata per due. Ma c’è chi come Leu contesta questo parametro insistendo che si debba valutare il dato delle perdite effettive. Per il pacchetto lavoro serve circa una decina di miliardi, tra rinnovo della Cig Covid fino a giugno per tutti e fino a ottobre per i più piccoli, nuove indennità per stagionali, precari dello sport e dello spettacolo, rinnovo del Rem e rifinanziamento del Rdc.
Circa altri 3 miliardi, poi, dovrebbero servire per dare ossigeno a enti locali e trasporto pubblico locale. Il governo ha a disposizione per mettere a punto il decreto i 32 miliardi di extradeficit per i quali il governo Conte ha ottenuto l’autorizzazione allo sforamento da parte del Parlamento. Si tratta di risorse che, come ha detto il premier, saranno interamente impegnate. Scontato che con le chiusure decise si debba far ricorso a uno scostamento addizionale, che si è ipotizzato possa aggirarsi tra i 15 e i 20 miliardi.