Il buco nero delle Case popolari. I numeri inchiodano Fontana

Sfitte oltre 15mila case popolari di proprietà dell'Aler. Il mancato introito per la Regione Lombardia è di 30 milioni l'anno.

Il buco nero delle Case popolari. I numeri inchiodano Fontana

Quando qualcuno tarda a capire, per una difficoltà di comprendonio o per malafede, ci sono due sole vie per spiegargli una questione: fargli un disegnino, oppure far parlare le cifre. Ed è questo quello che hanno fatto ieri Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito democratico in Regione Lombardia, e la sua collega di partito e compagna di banco al Pirellone Carmela Rozza, per fare intendere al presidente Attilio Fontana la reale, disastrosa, situazione in cui versano le Aler lombarde, le aziende di Regione Lombardia per le case popolari.

Sfitte oltre 15mila case popolari di proprietà dell’Aler. Il mancato introito per la Regione Lombardia è di 30 milioni l’anno

Situazione che il governatore dovrebbe conoscere benissimo, visto che i numeri che attestano il disastro utilizzati dai consiglieri dem sono quelli forniti dall’allora assessore Alan Rizzi con una comunicazione in giunta regionale del 10 ottobre 2022. Le case sfitte di proprietà dell’Aler, secondo l’ultimo dato disponibile, erano a fine 2021, oltre 15mila, come già denunciato in campagna elettorale dall’allora candidato presidente alla Regione per il centrosinistra Majorino.

“Ci sono documenti della giunta che lo provano, quindi avevo ragione io a denunciarlo e torto loro a negarlo e a dire addirittura che mentivo”, ha detto l’ex europarlamentare Pd, “il nostro non è puntiglio ma la richiesta di sapere dal presidente Fontana che cosa vuole fare di queste case vuote, perché è un grandissimo problema sociale, per le persone e le famiglie che hanno bisogno e rimangono senza risposta, ma anche un problema economico per le casse della Regione, visto che solo per il territorio milanese abbiamo un mancato introito di 30 milioni di euro l’anno, tenendo conto degli alloggi ma anche di box, negozi e altre unità immobiliari che rimangono inutilizzate. Intanto, il governo di Giorgia Meloni fa la scelta peggiore e cancella il fondo sostegno affitti. Invece, serve almeno un miliardo di euro subito per affrontare l’emergenza dei costi degli affitti; serve un piano nazionale sull’edilizia sociale e popolare e, come chiedono i sindaci, una legge per regolamentare gli affitti temporanei, altra tematica che sta drogando il sistema alimentando, nel totale vuoto normativo, l’esplosione del caro affitti. Il governo Meloni si dia una mossa senza perdere altro tempo”.

Per Carmela Rozza “la Regione Lombardia ha la piena autonomia sulla casa e può decidere quello che vuole, ma l’esito è che continua a nascondere i problemi, anzi, a nascondere addirittura oltre 15 mila alloggi vuoti, dei quali oltre 8 mila nella città metropolitana di Milano”. Quella del Pd in Regione Lombardia non è solo “un’operazione verità sui numeri”, aggiunge Rozza, che formula anche proposte concrete: “Occorre un bando per giovani e giovani coppie con un piano di garanzia perché queste ragazze e questi ragazzi possano riattare l’alloggio a loro assegnato e andarci a vivere senza attendere i tempi infiniti delle Aler, che ogni anno incrementano il patrimonio sfitto. Contemporaneamente chiediamo di rafforzare sia le centrali appaltanti sia i progettisti e dare massima priorità sulla riattazione degli alloggi vuoti che potrebbero rispondere già oggi alle necessità di oltre il 50% dei cittadini in lista d’attesa per una casa popolare”.

Il danno, fanno notare i due consiglieri regionali dem, non è soltanto sociale, ma pesa anche sulle le casse delle stesse aziende: “Se tutti gli alloggi destinati al servizio abitativo pubblico di Aler Milano fossero assegnati, solo per questo l’azienda aumenterebbe gli introiti di circa 10 milioni di euro l’anno. Ma Aler possiede anche box, spazi commerciali, appartamenti destinati alla valorizzazione: anch’essi sono in parte rilevante non assegnati e il mancato gettito sale così a circa 30 milioni. Non assegnare costa caro a Regione Lombardia, quindi ai contribuenti lombardi”.