Il cambiamento fa paura. Boccia punta alle larghe intese. Il Presidente degli industriali vuole un patto bipartisan. Maggioranza e opposizioni non fa differenza

Boccia sogna un Governo di larghe intese. Difficile riuscire sempre a massimizzare i risultati quando ci si deve confrontare con un esecutivo che ha un progetto politico preciso e un elettorato a cui rispondere. Molto più semplice invece quando c’è un Governo di tutti con all’orizzonte solo la propria sopravvivenza. Un auspicio che emerge dall’intervento del presidente di Confindustria all’assemblea annuale degli industriali a Milano. Messaggio lanciato in un appuntamento a cui hanno preso parte tutte le più alte cariche dello Stato.

IL DESIDERIO. “Confindustria – ha dichiarato Vincenzo Boccia – propone al Governo e alle opposizioni di collaborare tutti insieme per una politica economica basata su realismo e pragmatismo”. Insomma tutti attorno allo stesso tavolo per prendere ognuno una fetta della precaria economia italiana ed evitare troppi no a chi non sempre trova un’esecutivo disponibile ad accogliere qualsiasi richiesta. Un Governo vicino agli industriali e pazienza se ancora una volta distante anni luce dalle esigenze del popolo. “Non siamo né maggioranza, né opposizione. Né popolari, né socialisti o populisti. Siamo italiani, siamo imprenditori, siamo Confindustria”, ha aggiunto il presidente. Bene dunque qualsiasi bandiera purché sventili il più possibile con il vento prodotto dalle imprese.

LE FRECCIATE. Boccia non ha poi fatto mancare qualche affondo esplicito ai gialloverdi. E viste le infinite schermaglie in cui da giorni sono immersi, in vista delle elezioni europee, sia la Lega che il Movimento5Stelle, non è stato neppure difficile. “Per noi il governo è un tutt’uno – ha affermato il presidente di Confindustria – questo gioco che il governo fa anche l’opposizione con noi non fa presa. Le scelte del governo sono le scelte del governo. Se si farà la Tav – ha proseguito – sarà una scelta del governo che apprezzeremo, se non si farà sarà una scelta del governo che noi criticheremo”. Il sogno del numero uno degli industriali sembra restare così l’esecutivo di larghe intese, magari proprio dopo il voto per Bruxelles. Idea a cui non fa mancare un tocco di romanticismo: “Un patto per la crescita, con governo e opposizione, che scongiuri il rischio di un autunno freddissimo per l’economia italiana”.

Ovviamente battendo, nel caso leghisti e pentastellati vadano avanti, sulle scelte difficili a cui in autunno verrà costretto Palazzo Chigi. Il solito spettro del lacrime e sangue. Boccia ha infatti parlato di una manovra all’orizzonte da “almeno 32 miliardi” per rispettare le regole europee previste dal patto di stabilità e crescita, misura “imponente” e, neanche a dirlo, “con effetti recessivi”. Senza contare che il Paese sarebbe ormai “senza slancio” e con dei leader che utilizzano un linguaggio utile soltanto a far alzare lo spread, generando una tassa indiretta.