Il capolavoro di Draghi. L’erede della Merkel ci ha riportato in Serie B. Conte duellava con i grandi Ue. Supermario ci ha retrocessi tra i Pigs

Mario Draghi, l’uomo candidato a prendere il posto di Angela Merkel, snobbato nei vertici internazionali che contano nella crisi ucraina.

E così Mario Draghi, l’uomo candidato a prendere il posto di Angela Merkel, a diventare il volto nuovo dell’Europa, che è stato snobbato nei vertici internazionali che contano nella crisi russo-ucraina, dove praticamente non sta toccando palla, l’unico miracolo che riesce a compiere è quello di riportare in vita i Pigs.

Draghi snobbato nei vertici internazionali che contano nella crisi russo-ucraina

Acronimo quest’ultimo – che ingloba Portogallo, Italia, Grecia e Spagna – e che è stato inventato dalla stampa anglosassone ai tempi dell’ultima crisi finanziaria del 2007 con una evidente nota dispregiativa considerato che pigs in inglese significa “maiali”. A Villa Madama il premier Draghi riunisce il presidente del Governo di Spagna, Pedro Sanchez, il primo ministro portoghese Antonio Costa e, in video collegamento, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis.

E fa specie soprattutto che proprio l’ex banchiere abbia voluto interfacciarsi con la Grecia affamata a suo tempo dalle ricette della troika (Bce, Fmi, Ue). Tutti ricordano le file di anziani ai bancomat che svenivano sotto il sole caldo della Grecia, quando proprio Draghi, in qualità di presidente della Bce, nel 2015 decise di chiudere i rubinetti alle banche elleniche che furono costrette ad abbassare le saracinesche.

Ma ora tutto è perdonato e Mr. Bce decide di fare asse con i Paesi del Mediterraneo per fare pressing sull’Europa, in vista del prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 marzo, perché dia una risposta comune alle conseguenze della crisi ucraina: a partire dall’energia. Ma anche difesa, ambiente. Tutti settori che richiedono investimenti che i bilanci nazionali, ribadisce ancora una volta Draghi, non sono in grado di sostenere.

Si tratterà di superare le resistenze dei Paesi nordici, da Berlino ai Paesi bassi, che sono emerse con tutta evidenza nell’ultimo Consiglio informale europeo che si è tenuto nei saloni della reggia di Versailles. Impresa – quella di imporsi sui falchi Ue – che riuscì al tanto bistrattato Giuseppe Conte nella partita sul Recovery fund.

“La sfida più urgente, e anche il principale argomento di questo vertice, è quella dell’energia. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha aperto una fase di forte volatilità sui mercati delle materie prime, che si è aggiunta ai rincari. Dobbiamo intervenire subito, per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, sostenere il tessuto produttivo, proteggere la ripresa”, dichiara Draghi.

Ecco allora che tutti e quattro i leader convergono sulla considerazione che “una gestione comune del mercato dell’energia conviene a tutti”. “Stoccaggi comuni” a protezione dei singoli Stati membri “in caso di shock isolati”, perché – argomenta Draghi – “acquisti comuni ci permettono di avere un peso negoziale migliore nei confronti dei fornitori”.

E poi il richiamo alla necessità di porre un tetto al prezzo del gas. I Pigs sperano che dall’Ue possa arrivare un Recovery di guerra sul modello di quello arrivato in periodo Covid. Ieri era la giornata in cui si omaggiavano le vittime della pandemia. Draghi coglie la palla al balzo. “La pandemia – sottolinea – ha mostrato come, in questo tipo di crisi, le risposte nazionali non siano sufficienti”.

Un concetto che in coro rilanciano Costa, Sanchez, Mitsotakis. Non solo energia anche difesa. Che è l’altro piatto del menu servito al tavolo dei Pigs che li mette tutti d’accordo. “Una difesa europea più forte rende la Nato più forte”, dice Draghi. “Nel vertice di oggi (ieri, ndr) abbiamo confermato una piena convergenza anche sul ruolo della Bussola Strategica, come contributo al percorso verso una difesa europea”, insiste il nostro premier, in sintonia con tutti gli altri.