Il centrodestra non c’è più. Va ricostruito. La Meloni: “Avevamo i numeri, come maggioranza relativa, almeno per dare le carte. Ma nella coalizione molti non lo hanno voluto”

Meloni: "Non mi dimentico che nella Nazione milioni di elettori lo chiedono. Percepisco la solitudine di tanta gente che non ha compreso".

Il centrodestra “va ricostruito”. “Avevamo i numeri, come maggioranza relativa, almeno per dare le carte. Ma nella coalizione molti non lo hanno voluto. Non mi dimentico che nella Nazione milioni di elettori lo chiedono”. “Inizio dal mio partito, percepisco la solitudine di tanta gente che non ha compreso, che non voleva finisse così” ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni, in un’intervista al Corriere della Sera in merito a quanto avvenuto per l’elezione del Presidente della Repubblica (leggi l’articolo).

Meloni spiega che “noi non siamo solo destra, siamo conservatori, e non di poltrone, come altri… FdI ha già allargato il suo campo d’azione”. E i “centristi” non sono una cosa a sé. “In tutte le grandi democrazie c’è un partito conservatore e uno progressista – ha aggiunto la leader di FdI -, in cui ci sono esponenti che vanno da un estremo all’altro dello schieramento. Quello che negli altri Paesi non esiste è un ‘centro’ trasformista, che può formarsi col proporzionale, spregiudicato e pronto a stare ovunque dove si governa. Questo non può esserci nel nuovo centrodestra che ricostruiremo”.

La fotografia di oggi ritrae, dunque, un’alleanza in frantumi, un collasso iniziato con Giorgia Meloni che su Twitter scrive: “Non voglio crederci”, riferendosi all’annuncio del leader leghista sul sostegno al bis di Mattarella, mentre Forza Italia raccoglie i cocci e i totiani di Coraggio Italia immaginano un grande centro con Matteo Renzi. Al di là dei moderati, il braccio di ferro tra sovranisti sarà durissimo.

Il tweet di Meloni è solo il preludio degli scontri che ci saranno in futuro con Fratelli d’Italia all’opposizione che bombarda la Lega. Già nella votazione della mattinata, ovviamente interlocutoria, i meloniani hanno schierato Carlo Nordio per dimostrare nuovamente l’unità del partito intorno alle proprie scelte.

Del resto in varie occasioni la numero uno di Fdi ha dovuto ingoiare bocconi amari, visto che il numero di grandi elettori era troppo esiguo per giocare una partita in proprio. Eppure qualche stoccata è arrivata: la più pesante è stata la candidatura, alla terza votazione, di Guido Crosetto, che ha spaventato Salvini. Da quel momento, raccontano chi ha seguito da vicino l’evoluzione dei fatti, l’ex Capitano è finito in bambolo, sbagliando tutte le mosse possibili.

L’apice è stato toccato venerdì: prima l’irrazionale forzatura e il conseguente schianto con la presidente del Senato Elisabetta Casellati, poi la sortita che ha bruciato il nome del capo del Dis, Elisabetta Belloni. Dal sogno di mandare Silvio Berlusconi al Colle, si è approdati a un partito letteralmente esploso, che ha impallinato una sua storica esponente, come Casellati. Gli azzurri si sono nei fatti chiamati fuori dalla coalizione, specificando di voler trattare come singola forza politica per il Quirinale. Un risvolto che potrebbe avere ripercussioni in futuro, nell’attesa di comprendere quale sia lo stato di salute del fondatore azzurro.