Proprio nel giorno in cui viene incardinato nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato, il ddl Sicurezza diventa tema di discussione anche al di fuori dell’Italia. Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, porta infatti la questione in Europa, attraverso un’interrogazione alla Commissione Ue – cofirmata da tutta la delegazione pentastellata a Bruxelles – per chiedere di verificare se le norme contenute nel testo siano in contrasto “con l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e l’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea”.
Secondo Antoci, il ddl “contiene preoccupanti misure che minano la libertà e i diritti democratici dei cittadini, mi riferisco in particolare alle severe restrizioni alla libertà di manifestazione e di assemblea”.
Il ddl Sicurezza diventa un caso in Ue, Antoci: si rischia stato di polizia
Per l’europarlamentare dei 5 Stelle, la Commissione deve “prendere misure adeguate per difendere lo stato di diritto e i diritti fondamentali dei cittadini italiani così come fatto contro l’Ungheria di Orban”. Per Antoci “non si garantisce maggiore sicurezza picconando i principi fondamentali di libertà e giustizia dei cittadini. L’Ue intervenga perché in Italia con queste norme si rischia uno stato di polizia”.
Intanto al Senato è stato stabilito che ci sarà un giro di audizioni (25 indicate dalla maggioranza e 25 dalle opposizioni), a partire da martedì prossimo. Domani la Cisl chiederà, in un sit-in a Piazza Vidoni, di modificare il ddl Sicurezza attraverso una protesta il cui slogan è “Manifestare è un diritto non un crimine”.