Il decorso dell’epidemia sarà molto lento ma controllato. Sileri: “Dobbiamo convivere con il virus e fare più tamponi. La scuola ripartirà in sicurezza”

“Con questo virus dobbiamo conviverci, ma la scuola dovrà ripartire in sicurezza, ci aspettiamo un aumento controllato dei contagi, i tamponi devono crescere di più, dobbiamo convivere con il virus, l’importante è che non riparta l’epidemia nella stessa forma di marzo. Ma io non credo, faccio fatica a pensare alla ripresa dell’andamento del virus forte come a febbraio e marzo”. E’ quanto ha detto a Sky Tg24 il vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri. In presenza di casi positivi negli Istituti, ha spiegato ancora l’esponente dell’Esecutivo, “si faranno i controlli a tutte le persone intorno, si disporrà temporaneamente la chiusura, e una volta identificati i positivi la scuola può ripartire”.

A proposito dei crescenti timori su una seconda ondata: “Rispetto al passato è diverso. E’ difficile che il virus possa trovare un ospite perché la gente si lava le mani, le igienizza e usa la mascherina. Questa epidemia avrà un decorso molto lento, controllato. Aspettiamoci anche un aumento dei contagi controllato – ha ribadito Sileri -, perché in alcune aree c’è ancora una varibilità del numero tamponi effettuati”. Il vice ministro ha poi aggiunto che non deve preoccupare “il numero secco di positivi giornaliero” in eventuale aumento, “perché se hai dei focolai in cui tutti sono controllati, non sono contagi che devono far paura”.

A proposito della scuola il vice ministro ha aggiunto che “deve riaprire. Lo stiamo facendo in sicurezza per proteggere dai contagi i nostri ragazzi. Tranne casi eccezionali i giovani resistono tantissimo al contagio. Loro però possono portare il virus a casa ed è per questo che dobbiamo prestare la massima attenzione. La scuola ripartirà, aspettiamo il comitato tecnico scientifico per le ultime indicazioni”. Bisogna scaricare l’app Immuni “perché aiuta il servizio sanitario nazionale. Limiterà l’azione di controllo in caso di nuovi contagi ed anche la possibilità di nuovi lockdown”.

Sulla chiusura delle discoteche Sileri ha poi ricordato che, “per quanto riguarda la politica sanitaria, si cerca di ridurre le chance di contagio. Abbiamo visto dei video realizzati nelle discoteche di persone senza mascherine e molto a contatto. E’ vero che sono a rischio altri assembramenti ma dobbiamo limitare le possibilità di contagio dove ci sono maggiori rischi. I contagi continueranno a salire specialmente con l’arrivo della stagione fredda. Bisogna contenere i focolai”. E per contrastare la diffusione del virus, “è fondamentale il controllo negli aeroporti. Ci sono purtroppo casi di rientro. Ad inizio ci sono stati problemi ma entro fine settimana la situazione sarà normalizzata e in tutti gli aeroporti nazionali ci saranno gli strumenti adatti”.

Sui giovani il viceministro alla Salute ha chiarito che “essere contagiati non vuol dire essere malati. Finché i contagi rimangono tra i giovani la situazione è più facilmente controllabile. Saliranno i contagi anche a discoteche chiuse. I numeri dicono che sono i giovani i più colpiti. Normale perché è estate e girano di più mentre gli adulti stanno piu’ attenti. Tra i giovani, che non vanno demonizzati, e’ capitato che le regole non siano state rispettate. Ho sentito di ragazzi che tornano dell’estero, pentiti di non aver usato la mascherine”.

“Dobbiamo spingere le regioni affinché i protocolli vengano attuati, bisogna vigilare affinché i protocolli vengano seguiti” ha detto ancora Sileri parlando delle regioni e dell’attuazione delle misure per i passeggeri al rientro dai paesi a rischio. “Le regioni – ha detto ancora – si sono attivate precocemente per il vaccino antinfluenzale. Le regioni hanno fatto i loro passi. Io farei tutto ciò che ho fatto e anche il governo ha fatto in meglio in scienza e coscienza. Forse avrei pressato un po’ di più per fare più tamponi all’inizio. Chiudere tutto è stato un atto dovuto e necessario, ma un uso più importante dei tamponi avrebbe aiutato un po’ di più, ma le ordinanze venivano suggerite dal comitato tecnico scientifico. Errori non sono stati fatti, forse qualche sbaglio capito con il senno del poi”.

“Chiudere l’Italia – ha ricordato il vice ministro – ha salvato almeno 600 mila vite, è quanto dicono gli studi. In Francia c’è un numero crescente di contagiati da coronavirus, il controllo è in origine con la chiusura di alcune aree. Se chi arriva dalla Francia non ha l’obbligo del tampone come per altri Paesi europei non è detto che la lista non venga aggiornata”.