Il disastro dei Pronto soccorso a Napoli. Tutta colpa della Regione

Pochi, affollati e insicuri. I Pronto soccorso sono un disastro in tutta la Campania, e a Napoli ancor di più.

Il disastro dei Pronto soccorso a Napoli. Tutta colpa della Regione

Pochi, affollati e insicuri. I Pronto soccorso sono un disastro in tutta la Campania, e a Napoli ancor di più. Nel centro storico l’unico punto di primo accesso in funzione è quello del Vecchio Pellegrini alla Pignasecca. L’ospedale San Gennaro al Rione Sanità non ce l’ha più da tempo e anche il Vecchio Policlinico, su cui ha competenza l’università Vanvitelli, ne è sprovvisto. Un’anomalia anche i Policlinici, compreso quello dell’Università Federico II, anch’essi senza Oronto soccorso.

Pochi, affollati e insicuri. I Pronto soccorso sono un disastro in tutta la Campania, e a Napoli ancor di più

Francesco Maranta, del CollettivoVenti23, una settimana fa in presidio in piazza Miraglia insieme a Medicina Democratica e al comitato di lotta per la salute mentale (denunciano il trattamento dei pazienti psichiatrici al Vecchio Policlinico) è arrabiato. “Ci sono 2,4 milioni stanziati per creare i Pronto soccorso nei due Policlinici, ma non si vede nulla. Così la città resta senza; un caso unico in Italia. Al punto che gli specializzandi della Vanvitelli e della Federico II devono andare altrove per fare pratica”.

All’attacco anche Paolo Fierro, vicepresidente di Medicina Democratica. “In Italia – dice a La Notizia – ci sono 3,4 medici per mille abitanti, mentre a Napoli e in Campania siamo a poco più di due ogni mille abitanti. Ma è tutta la medicina d’urgenza a fare acqua da ogni parte. I medici del pronto soccorso del Cardarelli si sono listati a lutto per far sapere ai cittadini (gli amministratori lo sanno già) in che condizioni dusumane sono costretti a lavorare, in strutture sovraffollate, con pochi mezzi e poco personale”.

I cittadini sono esasperati ma vince la burocrazia. Ancora in alto mare le convenzioni con i due policlinici

Il vicepresidente di Medicina Democratica già dieci anni fa aveva presentato degli studi in cui si dimostra l’incidenza della cattiva organizzazione sulla mortalità. Ne è venuto fuori che ad Avvocata, Montecalvario, Pendino e San Lorenzo, Secondigliano, Scampia e dintorni, nell’area Nord, nei quartieri di Napoli Est, a Poggioreale e persino nel centro storico affrontare le emergenze è una missione quasi impossibile. Per Fierro, inoltre, “la medicina territoriale non è stata rafforzata come ci si attendeva dopo il Covid’’.

Intanto gli episodi di violenza ai Pronto soccorso non si arrestano. L’ultimo caso grave si è verificato lunedì scorso, di sera, al Cto di Napoli, dove un’infermiera e due guardie giurate hanno riportato cinque giorni di prognosi a seguito dell’aggressione di un uomo durante le procedure di triage a una donna colta da malore. All’infermiera avrebbero anche sputato in faccia, mentre la strutura è stata danneggiata, a partire da una porta divelta. Su questa vicenda, tutt’altro che oinconsueta, indagano adesso i carabinieri della stazione Capodimonte.

La media nazionale è di 3,4 medici ogni mille abitanti mentre in Campania siamo solo a 2 ogni mille persone

Anna Iervolino, direttrice generale dell’Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli ha proposto la “tolleranza zero nei confronti di chi aggredisce il personale sanitario”, annunciando l’intenzione di costituirsi parte civile nel caso dell’avvio di un procedimento penale. Ma questo può bastare? Antimo Morlando, segretario della Fp Cgil Napoli e Campania, con delega alla sanità pubblica ricorda: “Gli accessi giornalieri ai pronto soccorso della Campania sono in media tra 130 e 140, ma in alcuni periodi arrivano anche a 200, con punte di 230. Ad ogni turno lavorano soltanto 15-16 sanitari, per 70 o al massimo 80 euro al giorno’’.

Nel frattempo, nonostante gli organici ridotti all’osso, c’è chi aspetta da quasi due anni di essere chiamato in qualche struttura pubblica campana. È il caso, non l’unico, degli oltre 400 Oss (operatori socio sanitari) in graduatoria dopo il concorso dell’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon. Stando alla legge sulle Aziende Sanitarie Locali e in generale sugli enti del pubblico impiego, tale graduatoria ha una validità massima di due anni. Pertanto quella del Santobono scadrà il 23 febbraio 2024. “Il guaio è che non scorre, e si riparte sempre dal numero 185: non si va mai giù. Rischiamo di non essere mai chiamati’’, è l’allarme lanciato dagli idonei durante un recente presidio all’esterno dell’Asl Napoli 1 Centro, al Frullone.