Il Far West a Napoli ultima spia del disagio del settore sicurezza. Stipendi miseri e turni massacranti Le forze dell’ordine sono allo stremo

Per carità, i carabinieri che hanno tentato di rapinare un supermercato in provincia di Napoli hanno agito da criminali. Su questo non c’è dubbio. Ma, chiarito ciò, non si può far finta di niente e sorvolare sull’immenso disagio che vivono le forze dell’ordine e tutto il comparto sicurezza, dalla polizia ai forestali. Servitori dello Stato che a schiena dritta fanno turni massacranti, vengono ricoperti in strada di botte e insulti, in tragici casi ammazzati, e tutto questo per uno stipendio sempre più misero. Per effetto del blocco dei salari nella pubblica amministrazione, le divise vedono infatti ridursi ogni anno il loro potere d’acquisto. A questi uomini lo Stato oggi non offre né la possibilità di una vita dignitosa né un futuro per loro e per i loro cari.

GLI STIPENDI
I poliziotti, per esempio, hanno uno stipendio medio di 1.300 euro. Chi riesce ad arrotondare con straordinari (quando li pagano) e trasferte arriva a 1.500. Ma proprio sugli extra da lungo tempo è esploso il dramma. Gli straordinari infatti non arrivano, le indennità sono state bloccate e idem le missioni.

IL DISAGIO
La conseguenza è che, per evitare che si blocchino indagini o dilaghi il caos, in tanti si trovano costretti a lavorare di più e a farlo gratis. Un lavoro che si fa per amore, dicono in molti. Ma se la pancia resta vuota non c’è alla fine passione che tenga. Insomma, gli stipendi delle forze dell’ordine sono stati ridotti all’osso e da troppo tempo bloccati. In quelle condizioni si fa fatica a mantenere una famiglia, a mandare un figlio a scuola, tanto che non manca il ricorso alla colletta, con colleghi più anziani che si tassano di 20-30 euro per dare un piccolo aiuto ai più giovani.

VIGILI
DEL FUOCO
E ai vigili del fuoco, che svolgono per definizione uno dei mestieri più pericolosi al mondo, non viene garantita neppure l’assicurazione sanitaria. Un corpo in cui le carriere sono ferme e i concorsi bloccati al 2008. A quanti lavorano per garantire più sicurezza al Paese restano così soltanto le promesse dei politici. Impegni sempre disattesi e per i quali sie era visto uno spiraglio con il Governo Renzi solo dopo la grande minaccia di uno sciopero generale del comparto sicurezza. In quella occasione volarono parole grosse. I cocer – cioè i sindacati interni dei vari corpi – usarono espressioni sprezzanti. Il premier rispose a muso duro e alla fine l’ascia di guerra tornò ad essere sotterrata. Ma è chiaro che la situazione non potrà restare così all’infinito. Lo Stato deve risparmiare da qualche parte per pagare meglio i suoi uomini e per questo il piano di Palazzo Chigi è noto: ridurre i troppi corpi che concorrono alla nostra sicurezza. Possiamo oggi permetterci polizia, carabinieri, guardia di finanza e molti altri corpi che spesso sovrappongono le loro attività? Il Governo pensa di no, ma è proprio dagli stessi corpi che arrivano le resistenze. E gli stipendi restano da fame.