Il flop del 2×1000 ai partiti. Sono solo 16mila le donazioni. Al Pd sono andati 199mila euro. Briciole a Forza Italia. Ma ora spunta un nuovo aiutino nella Manovra

Che i partiti non godano più di grande considerazione è un dato di fatto. E, ieri, è arrivata l’ennesima dimostrazione. Non bastavano infatti i pessimi dati sull’affluenza alle regionali di Calabria ed Emilia Romagna. A mettere il coltello nella piaga ci ha pensato ieri in commissione Bilancio del Senato Ugo Sposetti, il quale ha finalmente reso noti i dati sul tanto atteso 2 per mille, l’obolo assicurato ai partiti in cambio dell’abolizione del finanziamento pubblico (uno dei pochi atti portati a casa dal governo presieduto da Enrico Letta).

POLITICI DIMENTICATI
E i numeri non lasciano spazio ad equivoci: quello del 2 per mille è stato un flop clamoroso. Che fa ancora più male perché non riflette solo l’insofferenza dei cittadini nei confronti di partiti sempre più staccati e lontani dalla vita sociale italiana. Dietro il colossale fallimento, infatti, c’è anche la conseguenza diretta del fatto che nelle casse dei partiti entreranno solo briciole. Secondo quanto detto da Sposetti in commissione, infatti, solo 16.518 contribuenti hanno donato il loro 2 per mille. Se consideriamo che l’ultimo screening effettuato dall’Agenzia delle Entrate in riferimento al 5 per mille, parla di oltre 14 milioni di contribuenti che hanno effettuato una scelta in riferimento all’ente da “premiare”, capiamo l’enormità del fallimento.

POCHI SPICCIOLI
E, ovviamente, se questi sono i numeri, le cifre destinate non possono che essere altrettanto ridicole. Al Partito Democratico (il più foraggiato) andranno circa 199 mila euro, alla Lega 28 mila, a Forza Italia 24 mila e a Sel 23. E via via tutti gli altri, per un totale di 325 mila euro. Al Movimento 5 Stelle, invece, come spiegato ieri anche da Nicola Morra, non andrà nulla dato che “il nostro non è un partito, non vuole soldi pubblici né quelli del 2 per mille dei contribuenti. Abbiamo restituito più di 42 milioni di euro di rimborsi elettorali e abbiamo dimostrato che non servono soldi pubblici per fare politica”. Ma non è finita. Anche qui, infatti, il confronto del 2 con il 5 per mille è emblematico: nel 2011 (l’ultimo anno rendicontato dalla Corte dei Conti) l’importo attribuito dai contribuenti raggiungeva quota 487 milioni di euro.

L’ULTIMO FAVORE
I partiti, però, non mollano mai. E allora ecco che, come sollevato prontamente da LaNotizia (vedi edizione del 12 novembre scorso), nelle migliaia di emendamenti presentati alla legge di Stabilità, ne spuntava uno presentato dal deputato Pd Giovanni Sanga. Siccome si prevede l’innalzamento del tetto per le erogazioni liberali (da poco più di 2mila a 30mila), Sanga precisa che “i versamenti effettuati dai candidati e dagli eletti alle cariche pubbliche in favore dei partiti e dei movimenti politici si considerano, in ogni caso, erogazione liberale”. L’emendamento, ovviamente, è passato. Non sia mai che qualcuno voglia fare qualche altra donazione.