Il futuro di Pirelli tra Milano e Pechino. Il valore del titolo confermato a 15 euro. Successivamente la Bicocca non sarà più quotata a Piazza Affari

Al via oggi l’attesa Offerta pubblica d’acquisto (Opa) a 15 euro lanciata su Pirelli da Marco Polo Industrial Holding, la società mista tra ChemChina (65%) e Camfin (35%). Nel documento di offerta si legge che “se Mpih avrà il 55% del capitale di Pirelli, si procederà alla fusione”. In caso di recesso, il valore delle azioni sarà stabilito dalla media aritmetica dei prezzi di chiusura nei 6 mesi che precedono la convocazione dell’assemblea chiamata a esprimersi sulla fusione.

NESSUNA SORPRESA
Le clausole contenute nel documento hanno reso quindi vana l’attesa degli investitori che avevano scommesso, attraverso il recesso, su un prezzo dell’Opa più elevata rispetto ai 15 euro. Così ieri il titolo Pirelli ha chiuso le contrattatzioni allineato al prezzo dell’offerta (15,01 euro). Una eventualità – quella di un aumento di prezzo dell’offerta – supportata dalle indicazioni degli analisti che nei mesi scorsi avevano assegnato al gruppo Pirelli un valore superiore. L’operazione, che si concluderà il prossimo 13 ottobre, riguarda il 76,5% del capitale ordinario più 12 milioni di azioni di risparmio e mira alla cancellazione della quotazione del titolo in Borsa, con la conseguente fusione tra Pirelli e Marco Polo. L’esborso massimo da parte degli acquirenti sarà di 5,6 miliardi di euro.

RADICI ITALIANE
A differenza di molti gruppi italiani che hanno portato la sede all’estero o hanno semplicemente passato la mano, l’ingresso dei cinesi non muterà la fisionomia italiana del gruppo della Bicocca, che ha dato ampie garanzie di restare con le radici ben piantate nel Paese d’origine. E al timone con tutti i poteri resterà l’Ad Marco Tronchetti Provera.