Il G7 è una Taormina vagante. L’evento costerà 45 milioni, ma i bandi sono ancora fermi. Intanto si sfornano consulenti

Il G7 è una Taor-mina vagante. L'evento costerà 45 milioni, ma i bandi sono fermi. E intanto Palazzo Chigi sforna consulenti. Ecco perché c'è rischio flop

Era il 22 ottobre quando l’allora premier Matteo Renzi, presentando il logo del G7 di Taormina (che si terrà il 26 e 27 maggio), esclamava, tronfio e trionfante: “Le opere per Taormina sono quelle necessarie per far arrivare le delegazioni del mondo qui”. A rincarare la dose, poi, ci ha pensato l’attuale presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che pochi giorni dopo la sua nomina ha prontamente chiamato Donald Trump per invitarlo all’evento, per il quale lo stesso tycoon ha detto di “non vedere l’ora”. Insomma, c’è grande attesa per l’incontro dei grandi della Terra. Un incontro, peraltro, che costerà alle casse non poco. Con la legge di Stabilità, infatti, è stato deciso di stanziare la bellezza di 45 milioni “per l’attuazione degli interventi relativi all’organizzazione e allo svolgimento del vertice tra i sette maggiori Paesi industrializzati (G7), anche per adeguamenti di natura infrastrutturale e per le esigenze di sicurezza”. Peccato, però, che di questi soldi si sappia poco o nulla, con l’aggravante che pochi lavori dei tanti previsti sono partiti. Previsti, peraltro, in teoria siccome ad oggi non c’è una lista ufficiale dei lavori da svolgere, né tantomeno ovviamente chi dovrà occuparsene e a quale costo.

Furbata e ritardi – I ritardi, insomma, sono oggettivi. Anche perché Palazzo Chigi ha istituito una Struttura di missione “per l’organizzazione della Presidenza italiana del gruppo dei Paesi più industrializzati” con un decreto risalente al 24 giugno scorso. Insomma, a tempo debito. I giorni, però, sono trascorsi senza che a quanto pare sia stato fatto granché. L’esempio più lampante arriva dal bando Consip ad hoc per il G7, indetto il 16 settembre, di cui La Notizia ha già parlato: quattro lotti per una spesa complessiva di 25 milioni, “per la conclusione di quattro Accordi Quadro aventi a oggetto l’erogazione dei servizi di progettazione, organizzazione, allestimento e gestione” del vertice dei Capi di Stato, “degli eventi Ministeriali, di altri eventi tecnico/politici” connessi, appunto, al G7.

Peccato però che dei quattro lotti, soltanto due sono stati aggiudicati, quello da 1,3 milioni relativo alla “organizzazione di incontri a livello tecnico”, e quello sul servizio di “registrazione accrediti e controllo accessi” alle aree dell’evento (600mila euro). Insomma, nonostante il termine per la ricezione delle offerte fosse fissato al 24 ottobre scorso, dei due maggiori lotti (per un totale di circa 23 milioni) non si sa assolutamente nulla. Ma ora spunta la norma che potrebbe risolvere il problema di stallo, a spese della trasparenza. Inspiegabilmente, infatti, il Governo nel dl sul Mezzogiorno ha inserito una norma che prevede la possibilità di affidare appalti “mediante una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”. Insomma, con la scusa dell’emergenza e visti gli enormi ritardi, il rischio concreto è che tutto avvenga lontano dalla trasparenza.

Struttura salata – Intanto resta un grosso punto interrogativo su quanto abbia fatto finora la mitologica Struttura di missione ideata ad hoc per il G7. Sul sito di Palazzo Chigi non c’è alcun segno di vita, né c’è un sito per monitorare l’attività. Quel che si sa, però, è che capo delegazione è Alessandro Modiano, coadiuvato dal suo vice, Giovanni Donato, e dal direttore amministrativo Andrea Marin. Senza dimenticare Riccardo Carpino, prefetto nominato commissario (uno in più non guasta mai). Per inciso: secondo l’ultimo aggiornamento, Modiano gode di una retribuzione monstre: 97mila euro (dagli Esteri), cui si aggiunge una retribuzione di posizione da 59.500 euro e una di risultato per altri 30.300 euro. Nel frattempo, come se non bastasse, la Struttura ha pensato bene di affidare anche consulenze ad hoc. C’è, ad esempio, Raffaele Lillo, che gode di un contratto, da ottobre 2016 fino a maggio 2017, da 120mila euro in qualità di “esperto linguista”, o quello di Carlo Formichi (60mila euro), che dovrà supervisionare gli allestimenti. Sperando sempre alla fine ci saranno.

Tw: @CarmineGazzanni