Il governo difende i balneari ma non decide: così in estate si rischia il caos

Il governo difende i balneari nonostante la sentenza del Consiglio di Stato. E scarica sui Comuni l’onere dei bandi senza dare linee guida

Il governo difende i balneari ma non decide: così in estate si rischia il caos

A un passo dall’inizio della stagione estiva ha fatto irruzione la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre dello scorso anno, obbligando così le amministrazioni a disapplicare eventuali deroghe e si è richiamata “ai principi della Corte di Giustizia Ue” per dare “immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale”.

Nella sentenza si sottolinea che la risorsa spiaggia “è scarsa”, al contrario di quanto sostenuto dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della Bolkenstein.

La tesi del governo è peraltro stata già confutata dalla Commissione europea. Ma le destre non vogliono sentir ragioni, temporeggiano e continuano a difendere le ragioni delle lobby degli ombrelloni nella speranza che l’Ue sia più indulgente, ma di fatto scontentano tutti gli attori in gara.

Le rassicurazioni di Tajani

“Il governo sta lavorando per cercare una soluzione in dialogo con l’Unione europea. Non voglio commentare, lo hanno fatto molti parlamentari italiani, le decisioni del Consiglio di Stato, però bisogna trovare una soluzione, sia pure nel rispetto delle normative comunitarie, che non penalizzi migliaia di imprese che hanno già investito e che hanno dei mutui”, ha detto il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani. “Bisogna fare prevalere il buonsenso – ha aggiunto Tajani – e fare comprendere la specificità italiana alla Commissione europea: sette mila chilometri di costa che sono la frontiera meridionale dell’ Ue”.

Rilancia  il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio: “È stata fatta una mappatura per dimostrare che le nostre coste non sono una risorsa scarsa e quindi la direttiva Bolkestein non va applicata alle concessioni balneari. I giudici di Palazzo Spada invece la ignorano e dicono il contrario, non si sa sulla base di quali numeri”.

Insiste Fratelli d’Italia: “Stiamo facendo quello che nessuno ha mai fatto, cioè una mappatura che ti dà l’idea che in Italia quella risorsa, la risorsa spiaggia, non è così scarsa come invece viene dipinta”, dichiara Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia. Non la pensano così i partiti dell’opposizione.

Opposizioni contro il governo sui balneari

“La tanto sventagliata mappatura del governo Meloni è del tutto fasulla. Per tenere vivo il fuorviante mantra delle ‘spiagge risorsa non scarsa’, si è finito sostanzialmente per ritenere assegnabile mediante concessione ogni metro di costa italiana. Incluse le aree portuali, il demanio militare, i chilometri di rocce a strapiombo sul mare, le aree protette e le aree da bonificare”, dichiara il vicepresidente del M5S, Mario Turco.

Fatto sta che la strategia del governo, ovvero prendere tempo con l’Europa e nello stesso tempo difendere le lobby degli ombrelloni, sta determinando una situazione di stallo inaccettabile. A spiegarlo è Legacoop Romagna. “Una gara per ogni spiaggia, con regole diverse per ogni Comune, è lo scenario da incubo che rischia di concretizzarsi se il Governo non si deciderà a mettere mano in modo urgente alla materia delle concessioni, con un atto politico che fornisca linee guida nazionali a tutto il settore”, ha spiegato.

“Il massimo grado della magistratura amministrativa ha sancito che la risorsa spiaggia è scarsa, le gare vanno fatte, le deroghe sono nulle. Il re, in sostanza, è nudo”. E, in un simile quadro, “non è possibile scaricare sulle amministrazioni comunali l’onere di definire i bandi con le attuali norme e le attuali dotazioni. Il risultato sarebbero disparità inaccettabili da una località all’altra e carichi di lavoro insostenibili per gli enti locali. Il caos, in breve”.