Il governo fa litigare i sovranisti Lega e FdI ai ferri corti sui migranti

Il governo fa litigare i sovranisti Lega e FdI ai ferri corti sui migranti

Attilio Fontana, governatore leghista della Lombardia, cerca di non gettare altra benzina sul fuoco della contrapposizione tra il suo partito e quello di Fratelli d’Italia. Sulla questione dei Cpr, sulla quale sembrava aver chiuso con la dichiarazione dell’altro giorno (“qui in Lombardia siamo al completo”) all’idea del governo centrale di aprirne uno per Regione, ha scelto di evitare il muro contro muro con l’alleato.

Lo ha fatto dopo che l’ex vicesindaco di Milano ed ex assessore alla Sicurezza lombardo, oggi deputato, Riccardo De Corato, in una nota aveva annunciato di voler presentare un’interrogazione parlamentare “affinché venga individuata un’area, in un’altra provincia della Lombardia, per un altro Centro di permanenza per i rimpatri perché il solo Cpr di via Corelli a Milano non basta, Ne occorre almeno un altro, visto e considerato i numeri sempre più in crescendo degli immigrati che delinquono”.

De Corato aveva quindi invitato la giunta lombarda ad attivarsi in questa direzione.

Schermaglie

“Non ho letto l’appello, ne parleremo in maggioranza”, ha risposto ieri Fontana alla richiesta di commentare le parole di De Corato. Circostanza quanto meno dubbia quella che alle orecchie del presidente della Lombardia non siano state almeno riferite le parole del suo ex assessore.

Che proprio stamattina, sabato, aprirà la due giorni milanese di Fratelli d’Italia per il primo anno di governo Meloni, parlando di sicurezza, immigrazione e lotta alla mafia, intervistato insieme a Isabella Rauti dal vicedirettore del Giornale Francesco Del Vigo, nell’auditorium Testori al piano terra di Palazzo Lombardia, sede della presidenza regionale.

L’intervista a De Corato è in programma alle 11,30. La kermesse si aprirà un’ora prima con i saluti istituzionali, tra i quali non dovrebbe mancare quello del “padrone” di casa Fontana.

Cessate il fuoco

L’apertura al confronto annunciata ieri dal governatore lombardo potrebbe quindi essere stata solo una mossa diplomatica nei confronti dei partner di coalizione (Fratelli d’Italia è l’azionista di maggioranza del centrodestra al Pirellone) fatta per non rovinare la festa a Giorgia Meloni che chiuderà la due giorni della manifestazione “L’Italia vincente”, ovvero, si legge nel programma di “Come il governo Meloni sta facendo ripartire la Nazione”.

Una cortesia, quella di Fontana, ricambiata da De Corato, che sulla questione immigrazione ha preferito rivolgere ieri il tiro contro Beppe Sala: “Il sindaco di Milano è tornato ad affermare di non essere pronto ad accogliere e integrare tutti i minori non accompagnati. Inoltre, sostiene che i nuovi Cpr non saranno una valida soluzione al problema.

Sala si conferma, ancora una volta, un sindaco solo ‘chiacchiere e distintivo’ che, con le marce in giro per la città nel maggio 2017 e con i pranzi al Parco Sempione, è stato il primo artefice di tutti questi arrivi di rifugiati e dell’emergenza immigrazione in città, ora pretende che lo Stato risolva i problemi da lui causati.

Sul tema dei Centri per i rimpatri, invece, sono convinto che siano una buona soluzione al problema perché, lì, tutti gli irregolari verrebbero trattenuti 18 mesi, quindi tolti dalle nostre strade, per essere poi rimpatriati nei loro Paesi. Sala, essendo contrario ai suddetti Centri, sta dimostrando di opporsi alla sicurezza nel nostro Paese”.

“Non ho mai detto di essere contrario a rimpatri motivati ma se la storia recente insegna qualcosa è che il numero di rimpatri che si possono fare è limitato”, aveva detto Sala a margine di un convegno sulla inclusione nella scuola all’università Bicocca, “servono accordi bilaterali che non ci sono”.