Il Governo impugna un pacchetto di norme varate dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Alcune vanno oltre le sue competenze. Altre sono discriminatorie in materia di immigrazione

Il Consiglio dei ministri, nel corso della prima riunione del nuovo esecutivo, su proposta del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha deliberato di impugnare una legge varata a luglio dalla Regione Friuli Venezia Giulia in quanto “numerose disposizioni” della stessa “sono risultate eccedere dalle competenze Statutarie della Regione”. Tra le motivazioni, fa sapere una nota di Palazzo Chigi, si legge che “talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie”. In particolare: alcune norme – a quanto rende noto il Governo- “violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente, di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione; talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi di cui all’articolo 3 della Costituzione e in violazione della competenza esclusiva statale nella materia di cui all’articolo 117, secondo comma lettera b) della Costituzione; una previsione in materia di strutture di primo intervento sanitario risultano in contrasto con previsioni statali espressione della competenza in materia di livelli essenziali delle prestazioni e costituenti principi fondamentali in materi di tutela della salute, in violazione dell’articolo 117, secondo comma lettera m) e terzo comma della Costituzione; infine altre norme, riguardanti il rapporto di lavoro del personale regionale, invadono la materia dell’ordinamento civile, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, ponendosi altresì in contrasto con le disposizioni statali volte a costituire principi generali di coordinamento della finanza pubblica, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione”.