Il Governo mette a dieta la Rai. Salta dal decreto Cura Italia lo stanziamento da 40 milioni. Decisivo il veto di Patuanelli: intervento non prioritario

Nel decreto Cura Italia, con le misure economiche più urgenti per fronteggiare la pandemia di coronavirus nel mese di marzo, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, c’è una grande esclusa: Mamma Rai. Fino all’ultimo momento doveva essere inserito nel pacchetto di provvedimenti – del valore di circa 25 miliardi complessivi – uno stanziamento di 40 milioni in favore dell’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per fare fronte sia alla parziale sospensione del canone nelle zone rosse sia al prevedibile rilevante calo degli introiti pubblicitari nel periodo dell’emergenza sanitaria. “Nessuno deve sentirsi abbandonato”, ha rassicurato il premier Giuseppe Conte ma il niet a Viale Mazzini è arrivato proprio dall’Esecutivo.

Più precisamente dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che ha giudicato “non prioritario” l’intervento. Il giudizio del ministro pentastellato “pesa” dato che è proprio il Mise, il dicastero da lui guidato, a stipulare con la società concessionaria la convenzione “recante le condizioni e le modalità di esercizio”. E fra le condizioni del contratto di servizio c’è anche l’obiettivo di garantire “un’informazione completa e imparziale”, cosa che non sempre avviene – basti pensare alla recente multa da 1,5 milioni di euro comminata dall’Agcom a Viale Mazzini per violazione della par condicio – e che in questa situazione emergenziale appare ancora più evidente, visto che la quarantena “obbliga” gli italiani in casa. E molto spesso in casa si guarda la tv.

ASSENTI & PRESENTI. Non sarà sfuggita ai più, sicuramente non al duo Vito Crimi-Stefano Patuanelli quello che accade in Italia in questo drammatico momento. E soprattutto non sarà sfuggito, a fronte di un insostenibile immobilismo dell’amministratore delegato Fabrizio Salini, l’iperattivismo presenzialista del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che da settimane imperversa in ogni programma di Viale Mazzini. Dopo aver applaudito – inquadratissimo – le performance canore di Sanremo, in prima fila al teatro all’Ariston, la sua presenza sugli schermi della tv di Stato è diventata “imprescindibile”. Il 1° marzo è stato ospite a Domenica in da Mara Venier su Rai 1, l’8 marzo a Novantesimo minuto e a Quelli che il calcio su Rai 2 e ancora il 13 alla Vita in Diretta, intervistato dall’amico di lunga data Alberto Matano che appena tre giorni prima, il 10 marzo, aveva intervistato pure Luigi Di Maio.

Del resto l’ex mezzobusto del Tg1 è stato promosso caporedattore ad personam proprio nella tornata di nomine a Viale Mazzini che seguì l’insediamento del governo gialloverde – era in lizza anche per la direzione del Tg1 poi andata a Giuseppe Carboni – per poi passare alla conduzione dell’ambìto rotocalco quotidiano della rete ammiraglia, oggi guidata da Stefano Coletta, anch’egli molto apprezzato e stimato dal ministro dello Sport.