Il Governo proroga anche lo smart working. Proposta di legge M5S per rafforzare tutele e qualità delle prestazioni. Vallascas: “E’ urgente modificare la normativa in materia”

Una proposta di legge sullo smart working, che punta anche a garantire la formazione e crescita professionale del lavoratore, attraverso la partecipazione attiva alla vita in azienda, è stata depositata alla Camera dal deputato M5S Andrea Vallascas (nella foto). La proposta introduce anche misure per il rispetto degli orari di lavoro e del diritto alla disconnessione e la promozione di buone pratiche, protocolli e codici etici dedicati al lavoro a distanza, prorogato oggi dal Governo fino al 31 gennaio.

“E’ urgente modificare la normativa in materia”, sollecita il parlamentare, in riferimento alla legge 81 del 2017, “anche per preparare il mercato del lavoro all’orientamento di molte aziende italiane intenzionate a ricorrere allo Smart working e al telelavoro anche dopo l’emergenza. Sono stati circa sette milioni 800mila i lavoratori rimasti a casa durante il lockdown. Di questi, un milione 800mila hanno continuato a lavorare dalla propria abitazione. E se pensiamo che, prima dell’emergenza, le persone che lavoravano da remoto, erano appena 500 mila, comprendiamo lo stravolgimento che l’emergenza ha provocato sul nostro modo di lavorare”.

“L’eccezionalità del momento – osserva ancora Vallascas – non ha permesso alcuna pianificazione sull’organizzazione del lavoro, sugli spazi, sul lavoro per obiettivi, né un’adeguata preparazione. In molti casi, i lavoratori italiani hanno dovuto fare i conti con il ‘nomadismo domestico’, con i turni in famiglia per l’uso di pc e tablet e con la totale assenza di regole sugli orari di lavoro, per non parlare del mancato rispetto del diritto alla ‘disconnessione’ e del maggiore carico domestico che e’ ricaduto sulle lavoratrici”.

L’obiettivo della proposta di legge 5S è rafforzare le tutele del lavoratore, migliorare la qualità del lavoro e delle prestazioni e garantire il rispetto della vita privata. “Oltre a fornire una chiara definizione del lavoro agile – spiega il ancora il parlamentare pentastellato – la proposta stabilisce le modalità di adesione allo Smart working e i criteri per la sottoscrizione degli accordi tra lavoratori e datori di lavoro. Accordi in cui vengono definiti l’organizzazione del lavoro, in base a programmi e obiettivi, gli standard di spazi e dotazioni strumentali, le integrazioni stipendiali per gli strumenti tecnologici, informatici e di telecomunicazione e per la copertura dei costi delle utenze dell’energia elettrica, della telefonia fissa e mobile, delle connessioni alla rete internet. Il lavoro agile non deve diventare un’occasione per abbattere i costi di produzione a discapito delle condizioni dei lavoratori”.