In Italia non piove più. Pure Pichetto Fratin scopre l’allarme siccità. Da mesi il ministro ignora il tema e ora l’acqua rischia il razionamento

Il governo scopre l’allarme siccità. Da mesi il ministro ignora il tema e ora l’acqua rischia il razionamento

In Italia non piove più. Pure Pichetto Fratin scopre l’allarme siccità. Da mesi il ministro ignora il tema e ora l’acqua rischia il razionamento

L’appuntamento è fissato al primo marzo. In quella circostanza, come comunicato ufficialmente da Palazzo Chigi, “il Governo intende affrontare quella che potrebbe rivelarsi un’emergenza, tenendo conto della scarsa percentuale di impegno delle risorse idriche effettivamente disponibili e della necessità di abbattere i tempi per opere che riducano la dispersione idrica e permettano la pulizia dei bacini”.

La decisione, spiega sempre la presidenza del Consiglio, “La decisione è stata adottata dal Consiglio dei Ministri dopo l’informativa del Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, e gli interventi dei Ministri Francesco Lollobrigida, Gilberto Pichetto Fratin, Luca Ciriani e Raffaele Fitto”. Insomma, il governo Meloni pronto ad affrontare l’emergenza siccità. Un bel passo in avanti considerando che praticamente ogni giorno assistiamo al rilancio di allarmi relativi a quest’emergenza e che, di contro, nel giro di cinque mesi di legislatura nulla prima di oggi è stato fatto o detto.

Basti pensare al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che, dopo aver presentato le linee programmatiche del suo ministero a novembre, nulla (o quasi) ha fatto specie sul fronte dell’emergenza idrica. Si è limitato ieri a dire, intercettato dall’Ansa, che “il problema della siccità è grave”. Scoperta fondamentale. Non di meno è stato Francesco Lollobrigida che soltanto ieri ha pensato bene di proporre una cabina di regia dicendo che qualcuno avrebbe dovuto già pensarci. Magari, chissà, qualcuno del suo governo.

Parole e fatti

Come spesso accade, dunque, le dichiarazioni politiche cozzano – o quantomeno sono in colpevole ritardo – con la realtà oggettiva del Paese. Nel nostro Paese ci sono circa 3,5 milioni di cittadini che rischiano di avere l’acqua razionata dai rubinetti: lo ha affermato l’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bacino. Francesco Vincenzi, il presidente dell’Anbi, ha analizzato così il problema legato alla siccità: “Dati alla mano è lecito ritenere che l’acqua del rubinetto non può più essere data per scontata per almeno tre milioni e mezzo di italiani”.

L’Anbi, inoltre, ha da poco diffuso un bollettino abbastanza preoccupante che rende l’idea sulla crisi dell’acqua che deve affrontare l’Italia: sulle Alpi si sta sciogliendo sempre più neve, i grandi laghi del Nord sono ai minimi storici, il Po sta vivendo un momento di grande sofferenza e anche i fiumi del Centro si stanno seccando. Il dubbio, in altre parole, è che se da una parte stanno così le cose, dall’altra la politica si fermi solo a dichiarazioni buone da spendere al momento, senza che poi ne seguano azioni concrete.

Razionamento?

E non è un caso che se non si interviene subito, ci si ritroverà a muoversi quando la frittata è già fatta. E cioè quando saremo già in piena emergenza. Lo stesso Pichetto Fratin non ha escluso la possibilità che “su alcuni territori” si debbano effettuare dei razionamenti dell’acqua a causa della persistente siccità. Decisioni in tal senso non sono state ancora prese, ha però precisato, ma “certamente ci sono dei rischi sulla produzione di elettricità idroelettrica, perché se le dighe non riescono a far scendere l’acqua la ruota non gira. Speriamo si riescano a riempire le dighe nei prossimo 2-3 mesi, perché altrimenti ci sarebbero conseguenze”, ha dichiarato nel corso di un’intervista a Radio 24.

Ci si sarebbe dovuti muovere a tempo. Cosa che, a sentire le opposizioni, non è avvenuta. “Quali azioni abbiamo visto in campo per mitigare questa situazione?”, si chiede ad esempio Angelo Bonelli. Ad oggi, aggiunge, “la sua azione politica è contro le politiche sul clima, con iniziative che sono fuori gli obiettivi europei. Non ha portato in Consiglio dei Ministri un decreto, tra i tanti che questo governo ha fatto, sullo stop al consumo di suolo. Dico chiaro al ministro: liberare le aree dal cemento e tutelare il suolo significa garantire una maggiore permeabilità dell’acqua che non va sprecata perché va a alimentare le falde”. Vedremo se qualcuno almeno ora recepirà questi suggerimenti.