Il governo taglia tutto e ingrassa gli staff dei ministri

Approvato il decreto e gli emendamenti del governo che aumentano le risorse per gli staff di alcuni ministri.

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato il decreto e gli emendamenti del governo che aumentano le risorse per gli staff di alcuni ministri. In particolare i tre emendamenti che hanno creato scompiglio sono stati uno di Noi Moderati – poi ritirato – sull’aumento del numero complessivo dei sottosegretari da 65 a 68, ma a finanziamenti attuali.

La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato il decreto e gli emendamenti del governo che aumentano le risorse per gli staff di alcuni ministri

Il secondo è stato presentato da Rossano Sasso (Lega) e prevedeva l’aumento dello staff del ministero dell’Istruzione, indicando però le coperture finanziarie. Infine un emendamento del relatore Alessandro Urzi (Fdi), che mette le risorse necessarie per lo staff del viceministro dell’Economia a partire dall’1 gennaio 2023.

Non solo: “Il governo propone di tagliare quattro posizioni di dirigente sanitario per ottenere una posizione in più di dirigente generale negli uffici del ministero della Salute” denuncia il capogruppo M5S in Commissione Alfonso Colucci.

“Noi Moderati chiede di passare da 65 a 68 sottosegretari, probabilmente per poi chiedere posti in più per sé. Niente male come esordio del governo negli uffici ministeriali” ha sottolineato Colucci. Che parla di altre tre proposte di modifica puntano a “triplicare lo staff del viceministro all’Economia, aumentare di 30 unità lo staff del ministro dell’Ambiente, mascherandosi dietro imprecisati obiettivi di promozione delle energie rinnovabili, e, dulcis in fundo, aumentare la dotazione finanziaria e il personale a disposizione dello staff del ministero dell’Istruzione, tagliando 500 milioni l’anno alle attività didattiche e all’offerta formativa”.