Il Jobs Act corre in auto: Fca torna ad assumere a Melfi. Marchionne annuncia 1.500 nuovi posti. Primo cambio di trend sugli occupati in Italia

Se l’ex Fiat – ora Fca – torna a produrre modelli che funzionano sul mercato, l’emorragia dei conti e degli occupati inevitabilmente finisce per fermarsi. Poi, certo, la possibilità di utilizzare i nuovi strumenti per le assunzioni, aiutano. Ma senza il successo commerciale della Jeep Renegade e della 500X sarebbe stato impensabile l’annuncio arrivato ieri: il gruppo chiamerà nello stabilimento di Melfi millecinquecento unità di personale in più rispetto all’organico al lavoro oggi. Di questi 1.500 posti aggiuntivi, 1.000 sono nuove assunzioni, diretta conseguenza proprio del successo di mercato delle due vetture, e avverranno entro i prossimi tre mesi. I contratti saranno interinali e una volta diventato operativo il Jobs Act si evolveranno nei nuovi rapporti a tutele crescenti.

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Il numero uno del gruppo che fu del Lingotto, Sergio Marchionne, offre così al Presidente del Consiglio Matteo Renzi la prima opportunità per dimostrare che le sue riforme sono efficaci. E a questi mille contratti a tutele crescenti si aggiungeranno più di 300 dipendenti di Cassino e Pomigliano, temporaneamente trasferiti in Basilicata. Inoltre Fca chiuderà la procedura di cassa integrazione nello stabilimento lucano con il rientro in fabbrica di coloro che in questi mesi erano rimasti in cig.

NUOVE SFIDE
Per l’ex Fiat, la decisione comunicata ieri è però ben più di una notizia importante sul piano dell’occupazione e più in generale sulle prospettive del gruppo. Si tratta infatti della prima inversione di una tendenza alla diminuzione degli organici in Italia che durava da almeno dieci anni. Marchionne, da Detroit dove sta partecipando al Salone internazionale dell’Auto, ha inquadrato nel 2015 un anno di nuove sfide, dopo quella ben più rilevante che ha portato nel 2014 alla fusione con Chrysler. Tra queste, il lancio del primo modello dell’Alfa destinato a sbarcare in grandi numeri anche sul mercato americano. La Giulia, prodotta a Cassino, dovrebbe infatti essere la capofila del rilancio del Biscione promesso entro il 2018. Se quel piano sarà rispettato, dopo Melfi il periodo della cassa integrazione si dovrebbe chiudere anche a Cassino e a Mirafiori. E come effetto nell’indotto, alla Marelli di Sulmona è stato già annunciato un investimento di 10 milioni che comprende l’avvio della produzione delle sospensioni per la nuova Alfa.

REALTÀ ANOMALA
Non siamo più una realtà anomala. Con il Jobs Act – ha detto Marchionne – possiamo inquadrare i dipendenti con regole simili a quelle che esistono già in altri Paesi. Di sicuro – ha continuato – Fca no assume per poi licenziare. Da segnalare intanto in Italia l’incredibile reazione della Camusso, che ha parlato delle assunzioni di Fca come un segnale positivo frutto degli accordi con i sindacti. Accordi sui quali però la Cgil e la Fiom hanno fatto una guerra senza quartiere.