Il cineasta delle Filippine Lav Diaz vince il 73esimo Concorso di Venezia con il suo The woman who left, 226 minuti con protagonista una donna che ha passato trent’anni in prigione per un crimine non commesso, e il suo ritorno ad una vita impossibile da ricostruire se non rievocando e vivendo nuovi lutti, tragedie e sconfitte. Un cinema autoriale che ha messo tutti d’accordo sul vincitore.

Solo secondo posto per Tom Ford e il suo thriller Nocturnal Animals (Gran Premio della Giuria), e l’universo distopico e desertico pieno di cannibali e “cannati” di The Bad Batch di Ana Lily Amirpour che porta a casa il Premio Speciale della Giuria.

Secondo la giuria coordinata dal regista Sam Mendes, il Leone d’Argento alla miglior regia va ad ex aequo tra due registi: al visionario ed inquieto sguardo del messicano Amat Escalante per La region salvaje, e al russo André Konchalovsky, autore di un discutibilissimo film sull’Olocausto, Paradise. La miglior attrice del Concorso di Venezia (Coppa Volpi) è Emma Stone, protagonista del musical d’apertura La La Land.

Miglior attore è invece l’argentino Oscar Martinez, fulcro del racconto di El Ciudadano illustre, eccellente nella sua interpretazione di un premio Nobel per la letteratura che decide di tornare nella piccola cittadina di provincia che gli ha dato i natali.

Passando agli altri premi assegnati, non si può non citare il Premio Mastroianni per il miglior attore/attrice emergente, che va alla tedesca Paula Beer, protagonista di idi Francois Ozon; mentre il premio Luigi De Laurentiis alla miglior opera prima va a The last of us, diretto da Ala Eddine Slim.

Festival magro per l’Italia che deve accontentarsi del miglior film nella sezione Orizzonti: il documentario Liberami, ideato e diretto da Federica di Giacomo, full immersion antropologico nella quotidiana pratica degli esorcismi di Padre Cataldo, uno dei sacerdoti più richiesti in Sicilia.