Il lunedì nero della Sanità pubblica

dalla Redazione

Sanità pubbliuca ridotta sempre peggio. E cittadini sempre con maggiori disagi. Oggi è il caos negli ospedali italiani. Sciopero degli infermieri oltre le aspettative e tanti disagi. Insomma alla fine poi a pagare il prezzo più alto, come sempre, sono i cittadini. Il malcontento è dovuto al blocco del ‘turn over’ e degli stipendi, oltre ai probabili nuovi tagli previsti per il settore. Così rischiano di slittare prelievi, radiologie, esami diagnostici e interventi chirurgici programmati e non urgenti. Saranno garantite le prestazioni indispensabili e quelle con una certa urgenza.

“Al centro della protesta la mancanza di attenzione nei confronti di una categoria sempre in prima linea nell’accogliere e assistere i malati acuti, cronici e fragili, ma che da anni ormai viene sottoposta ad una mole di lavoro ingestibile e a salari inadeguati, a danno della qualità dell’assistenza offerta”, spiega il segretario del Nursind Bottega, “La piattaforma che rivendica lo sciopero vede infatti al primo punto la fine del blocco del ‘turn over’, che “non permettendo il ricambio generazionale per sostituire chi va in pensione, di fatto si traduce in orari e turni massacranti”. Gli infermieri sono infatti sempre meno, mentre “sempre più sono quelli disoccupati, specie tra i giovani, circa 25.000”. A fronte del superlavoro, il blocco contrattuale in corso da 5 anni, non permette l’adeguamento dello stipendio al costo della vita. A questo si unisce il malcontento per una Legge di Stabilità che prevede un taglio agli sprechi, ma “rischia di penalizzare i sistemi di garanzia dei Livelli essenziali di assistenza”.