Le Lettere

Il massimo del minimo

Ormai è più che fallita la promessa di Trump di concludere la pace Russia-Ucraina “in 24 ore”. Penso che abbia pesato l’inadeguatezza sua e della sua squadra.
Elide Patti
via email

Gentile lettrice, inadeguatezza è la parola esatta. Poco dopo l’insediamento di Trump scrissi che a mio parere stava sbagliando approccio alla questione russo-ucraina. Dopo cinque mesi di sciarada vedo che quei dubbi non erano infondati. C’è di più. C’è il fatto che l’intera squadra di Trump è di cartapesta. Guardi la qualità delle persone. Rubio, Segretario di Stato, è un fanatico cristiano che fa impallidire un ayatollah: il Mercoledì delle Ceneri si dipinge una croce nera sulla fronte, va in tv con quello scarabocchio in faccia e parla dei palestinesi come di zavorre al progetto della Gaza Trump Riviera. Il Segretario alla Difesa Hegseth, ex marine, ex giornalista, ha una storia di alcolismo, scazzottate e abusi sulle donne. Waltz, ex Capo di Gabinetto, è stato rimosso per il Whatsapp-gate, ma pare che la vera ragione fosse il sospetto che agisse come longa manus di una potenza straniera (Israele) alla Casa Bianca. Il vice di Trump, Vance, è colui che scrisse: “Odio dover aiutare gli europei”, a cui Hegseth rispose: “Anch’io detesto quegli scrocconi”. Il primo inviato per la pace in Ucraina, il generale in pensione Kellog, fu demansionato quando si capì che il suo più elevato pensiero politico si riassumeva nella frase “L’unico russo buono è un russo morto”. Al suo posto è andato Witkoff, un immobiliarista: esperienza diplomatica zero. Ora, sommando il massimo del peggio, il risultato sarà il minimo di tutto. È matematica.