Il Movimento in cerca di leader. Roma può incoronare la Taverna. Si scalda il dibattito in vista degli Stati generali. Ed emerge la figura della vicepresidente del Senato

Chi sarà il nuovo capo politico o i componenti di un gruppo di vertice lo decideranno i prossimi Stati Generali. Ma non c’è dubbio che le figure di cui si parla non sono molte, e la loro indicazione dipenderà dalla strada che prenderà il Movimento: un ritorno alle origini con la sua tradizionale dimensione post ideologica, e quindi né con le Destre e né col Pd, oppure ci si aprirà al nuovo campo progressista di cui si parla molto a Sinistra, per creare un fronte unico capace di fermare il Centrodestra a trazione Salvini. In ogni caso chi prenderà le redini del Movimento in Parlamento dovrà avere alcune caratteristiche di leadership, e perché no, essere donna di sicuro può aiutare. Così balza in cima ai pensieri di molti Paola Taverna, perfetta rappresentante di un aspetto caratterizzante dei Cinque Stelle, in quanto incarna da sempre quel movimentismo populista che inevitabilmente rimanda alle origini dei Meetup che nascevano, soprattutto a Roma, come prolungamento dei Comitati di Quartiere. Un percorso che tra l’altro questo fu seguito da Virginia Raggi.

IN PRIMA FILA. La Taverna, nata al Quarticciolo, abita nella popolare borgata romana di Torre Maura in un appartamento di soli 50 metri quadrati con la madre e il figlio e questa coerenza di valori le fa certamente onore.
Dopo le dimissioni da capo politico di Luigi Di Maio la pasionaria romana, vicepresidente del Senato, ha molte carte da giocare. Intanto per i rapporti saldi con il gruppo dei portavoce eletti nella Capitale, tra cui spiccano la capogruppo alla Regione Lazio, Roberta Lombardi, Gianluca Perilli, Emanuele Dessì, il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo e il presidente della commissione ecomafie Stefano Vignaroli, con la significativa eccezione di Alessandro Di Battista, pure lui iconico esponente del Movimento capitolino, ma su posizioni tutte sue. Se una caratteristica comune di questi esponenti pentastellati è una certa apertura al dialogo con il Pd di Nicola Zingaretti, la Taverna è invece l’orgogliosa sacerdotessa delle parole guerriere che hanno fatto la storia e il successo del Movimento. Per questo piace e la manifestazione romana nella piccola ma accogliente piazza San Silvestro, prevista per il prossimo 15 febbraio, può assumere per lei un valore particolare. Se l’appuntamento contribuirà a definire i contorni del nuovo corso, il fatto che si svolga nella Capitale può assumere un significato ulteriore nell’ambito del Movimento. E favorire un’indicazione dei militanti.

COERENZA. Dall’evento potrebbe infatti emergere la figura di una nuova guardia del corpo dell’ortodossia grillina. In molti ci sperano, soprattutto chi non si rassegna a vedere entrare il Movimento nell’orbita di un Pd che finirebbe per divorare i valori più profondi, scindendo il ruolo di governo con gli alleati che è delegato a Conte e la funzione dei Cinque Stelle che si vorrebbe conservare pura, movimentista, popolare e populista. Un ritratto in cui la Taverna si dovrebbe ritrovare bene. Lei a chi le domanda che progetti ha non offre aperture a voli pindarici. Abituata a lavorare, ha sempre mostrato lealtà al Movimento, fornendo un contributo di idee e di vivacità nelle battaglie parlamentari dai banchi dell’opposizione e poi da quelli della maggioranza. In prima fila quando le cose andavano bene e sempre lì quando cresceva il malcontento perché governare presenta il conto. Una coerenza che in politica paga, e nel Movimento di più.